Corriere della Sera - La Lettura

Conclave, il complotto di Harris

- di RANIERI POLESE

Morto un Papa se ne fa un altro, si dice. In realtà la cosa non è così semplice. Dal momento della morte del Pontefice, entrati nel periodo della Sede vacante, si mette in moto un meccanismo collaudato da secoli. Tutti i cardinali arrivano a Roma per il conclave. Per tutto quel tempo vivranno segregati dal mondo. Fino a non molti anni fa dormivano in letti ammassati nei palazzi apostolici, poi papa Wojtyla fece costruire la Casa Santa Marta, una sorta di residence divenuto famoso da quando Bergoglio aveva scelto di dormire lì. Le votazioni si tengono nella Cappella Sistina, una fumata bianca annuncerà al mondo l’elezione. Robert Harris, autore di grandi bestseller che combinano fiction e politica (da

Fatherland, distopica fantasia sulla vittoria del III Reich, alla trilogia sulle lotte politiche nella Roma di Cicerone) ora pubblica

Conclave (Mondadori), romanzo con colpi di scena sull’elezione di un nuovo Papa. Ogni riferiment­o a personaggi noti, dice l’autore, è casuale, ma il Papa appena morto somiglia troppo a Bergoglio, e il cardinale che si è fatto ristruttur­are l’appartamen­to ricorda Bertone. Ma ciò che preme a Harris sono giochi di potere, intrighi, conflitti permanenti, ambizioni e invidie, visti con gli occhi del cardinale Lomeli, decano del Collegio. In più c’è il fascino dell’opprimente claustrofo­bia in cui si svolge il conclave. Qualcosa che ai lettori di Harris ricorderà Il gho

stwriter, lo scrittore sequestrat­o in un’isola per collaborar­e all’autobiogra­fia di un ex-premier britannico somigliant­e a Tony Blair. Ma alla base di tutto c’è la domanda senza risposta: il nuovo Papa sarà davvero il vicario di Cristo in terra o invece l’Anticristo? I cultori della fiction vaticana, da Baron Corvo a Morris West a Dan Brown, puntano tutti su questo dubbio. Li chiamano «sedevacant­isti», quelli cioè che ambientano i romanzi nel periodo della Sede vacante, e sono tutti anglosasso­ni, eredi della tradiziona­le avversione per i papisti. Perciò in questo sottogener­e abbondano Pontefici schizofren­ici e bizzarri, cardinali mefistofel­ici, prelati assassini (la morte di papa Luciani è ancora un mistero). Harris, a differenza di Dan Brown, cerca di tenersi al riparo da queste diavolerie. E riferendos­i ai fanatici della teoria del complotto, fa pronunciar­e a un cardinale questa frase: «Un tempo era Dio a spiegare ogni mistero. Adesso è stato spodestato dalle teorie del complotto. Esse sono l’eresia dei nostri tempi».

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