Corriere della Sera - La Lettura
E spingono magari a cercare Dio
Cercare Pokémon è poi tanto diverso dal cercare Dio? È lecito per un credente inseguire con l’app della Nintendo le figurine virtuali nascoste nel mondo reale? I leader religiosi sono discordi. Una fatwa saudita decreta l’incompatibilità di Pokémon Go con l’islam. Già giocare con le carte dei Pokémon è non-islamico, decretò il Consiglio degli esperti di Scienza religiosa nel 2001, figuriamoci ora che i personaggi mutano sullo schermo (e richiamano così l’aborrito evoluzionismo), che s’insinuano nel gioco simboli shintoisti, sionisti e massonici, che i mostriciattoli tascabili propagano il blasfemo e l’idolatria. Anche per la Chiesa di Mosca la realtà aumentata della Nintendo è pericolosa: Pokémon
Go crea dipendenza e induce i giocatori a non rispettare lo spazio altrui, in particolare gli interni delle chiese in cui possono celarsi esemplari di Bulbasaur, Pikachu e Charmander. Opposta la posizione di alcuni teologi protestanti americani. La caccia alle creature multicolori non è peccato e può anzi condurre a Dio. A chi entra in chiesa per la prima volta in vita sua perché lì si nasconde l’ambita preda, va offerta l’opportunità di scoprire il Vangelo. Se il santuario, la cattedrale o l’abbazia si trasformano in una palestra in cui ritrovarsi a inseguire Pokémon, in una Pokémon gym come si dice in gergo, non bisogna gridare allo scandalo, ma al contrario si deve apprezzare il valore socializzante dell’esperienza e magari approfittarne per parlare di Gesù. Chi si mette a cercare Pokémon al confine tra fantasia e realtà, scrive Hannah Gould sul «Guardian», si converte a «una specie di religione», un po’ animista e un po’ capitalista. S’è mostrata poco sensibile all’ottimismo dei protestanti Usa e all’antropologia religiosa della stampa britannica l’Alta Corte del Gujarat. I giudici hanno ordinato al governo dello Stato indiano di vietare le attività commerciali della Niantic, una società americana che sviluppa il software Pokémon Go e altri simili. Giochi del genere, secondo la Corte, offendono i sentimenti di indù e jainisti e minacciano «la specificità religiosa e spirituale dell’India». Persino sui Pokémon, la multireligiosità creativa e tecnologica degli occidentali non ha senso per i vescovi russi, gli ulema sauditi e i giudici indiani. Per i quali la religione, quella vera, non s’inventa.