Corriere della Sera - La Lettura

Sfida a tennis sotto lo sguardo di Galileo

- Di STEFANO GATTEI

a storia è un’eclettica organizzat­rice di incontri fra coppie improbabil­i in situazioni bizzarre», ha scritto Alberto Manguel: Seneca che prova a insegnare l’etica a Nerone, Cortés che gioca a scacchi con Montezuma, Elvis che chiede a Nixon di nominarlo agente segreto. Il romanzo di Álvaro Enrigue Sudden Death (Riverhead, pp. 272, $ 27) si apre con una partita a tennis fra due giganti del Rinascimen­to, Caravaggio e Francisco de Quevedo. È il 1599: sotto gli occhi di Galileo, il pittore italiano e il poeta spagnolo si affrontano a Roma. Per ragioni che nessuno dei due ricorda con precisione, reduci com’erano dai bagordi della notte, la loro non è una semplice sfida, ma un vero duello. E sebbene non ne siano consapevol­i, la palla che usano è fatta con i capelli di Anna Bolena, decapitata a Londra 63 anni prima. Punto dopo punto, set dopo set, l’incontro, frutto dell’immaginazi­one dell’autore, si sviluppa attraverso una serie di divagazion­i a carattere storico, rapide e imprevedib­ili come scambi da fondo campo: storie di papi e imperatori, filosofi e scienziati, artisti ed esplorator­i; storie della vecchia Europa e della conquista del Nuovo Mondo; storie di vincitori e vinti, scritte sempre dai primi ai danni dei secondi. Storie il cui contenuto è forse meno importante della sequenza con cui vengono narrate. Il senso si chiarisce alla fine della partita e del libro: la trama, casuale solo in apparenza, altro non è che una riflession­e sul nostro tempo, sulle origini dell’era moderna e sullo scontro fra le culture di una riva e dell’altra dell’Atlantico in cui affonda le radici.

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