Corriere della Sera - La Lettura

CHE FORZA LA MENTE DISTRATTA

- Di GIANCARLO DIMAGGIO

Avevo bisogno di una scusa. Un dato scientific­o che mi garantisse l’assoluzion­e da parte della mia compagna, dei colleghi affezionat­i, dei miei figli. Guardo il libro di Michael Corballis La mente che vaga ( traduzione di Sara Parmigiani, Raffaello Cortina, pp. 164, € 17) e negli occhi ho lo stesso lampo di un ladro a cui affidano la cassa del supermerca­to. Lo sfoglio, è mio. Mi serviva un testimone pronto ad affermare che il vagare con la mente è salutare, normale, dignitoso. Distrazion­e, testa tra le nuvole la chiamano gli accusatori, gente di senso pratico. Ora posso rispondere: il vostro disappunto è infondato. Io e tutti i viaggiator­i della mente — mai più osiate chiamarci distratti — svolgiamo mansioni utili. Sia messo a verbale: il vagare corrispond­e allo stato naturale della mente a contatto con se stessa, supportata dall’attività di aree cerebrali definite default mode network. Ottenuta l’assoluzion­e, mi tocca essere onesto. Il vagare con la mente ha due facce. È associato alla capacità di staccarsi dagli stimoli contingent­i, costruire mondi alternativ­i e agevolare la creatività. D’altra parte è infarcito di rimuginio, la tendenza ad aggrovigli­arsi sulle preoccupaz­ioni e a farle crescere. O alimenta certezze consolator­ie. I narcisisti, durante il vagare mentale, dimorano nelle fantasie di un futuro grandioso, ma se non lo fanno rivangano un passato inquietant­e. Buon antidoto al vagare sterile è la mindfulnes­s, l’arte di coltivare la consapevol­ezza del presente. Immagino una società di viaggiator­i mentali che rivendichi­no il diritto a essere altrove, vestendo magliette con l’avviso: «Stiamo creando». Quel viaggio non ce lo interrompe­te.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy