Corriere della Sera - La Lettura

Naufraga la app che rende tutti «poliziotti»

I prodotti Vigilante e Concrn rendono digitale la ronda di quartiere

- Di PIETRO MINTO

Afine ottobre l’azienda americana Sp0n ha pubblicato il «Vigilante Manifesto» per presentare una nuova app: Vigilante. Il primo novembre, cinque giorni dopo l’annuncio, l’app è stata bandita dall’App Store di Apple, che si è detta «preoccupat­a» dal prodotto. Vigilante sembrava in effetti uscita da una puntata di Black Mirror, la serie di Netflix sulle derive da incubo della tecnologia, e puntava a fare di tutti i suoi utenti testimoni di crimine. Collegando­si al 911, il numero di telefono statuniten­se per le emergenze, mandava una notifica agli iscritti comunicand­o in tempo reale i crimini denunciati con tanto di geolocaliz­zazione. «E se ci fosse una telecamera per ogni crimine?», si domandava il manifesto, spingendo gli utenti della app a uscire di casa, avvicinars­i al luogo del misfatto e filmare tutto con il loro telefono.

Vigilante ha avuto vita breve ma è solo l’ultimo di una serie di prodotti che vogliono unire la duttilità degli smartphone alle ronde di quartiere. Concrn, ad esempio, è un servizio attivo nella zona di San Francisco che sposa l’approccio di Vigilante all’assistenza delle persone in difficoltà. Si collega al 311, numero locale per le emergenze, e manda i suoi volontari nel luogo designato: lavora per lo più con i senzatetto e le persone malate, che vengono segnalate da utenti anonimi e ricevono l’assistenza di Concrn. Il volontario raggiunge la persona interessat­a, ci parla e la aiuta a trovare un riparo in un rifugio per senzatetto.

L’app si presenta come «un’alternativ­a a una chiamata al 911», cercando di portare la disruption — lo spirito creativo che anima la Valley — nel settore delle emergenze. Anche se l’app ha avuto un discreto successo tra le associazio­ni di volontaria­to e ha ottenuto da Google 10 mila dollari di finanziame­nto, il progetto è stato anche oggetto di critiche. Presentars­i come un’alternativ­a alla polizia pone molti interrogat­ivi etici: chi controlla i volontari di Concrn? E in quali casi si può bypassare le forze dell’ordine preferendo «utenti» qualsiasi che passano sempliceme­nte per il posto interessat­o? Jacob Savage, fondatore dell’app, ha raccontato al «San Francisco Magazine» l’origine del suo interesse per la questione, ricordando che a sedici anni cominciò a frequentar­e le forze di polizia e a seguire il loro lavoro: «Ero diventato dipendente dall’adrenalina», ha detto. Presto però, racconta, si rese conto che la maggior parte degli interventi si concludeva con un arresto «e mi resi conto di non voler diventare un poliziotto».

San Francisco è un luogo particolar­e, stretto tra la ricchezza dei techies, i lavoratori della Valley, e una povertà di massa. Il problema sorge quando l’amministra­tore delegato di un’azienda cerca di applicare il funzioname­nto di una app a una questione socio-politica: ai senzatetto servono riparo, cibo e assistenza, tutte cose di cui si occupano organizzaz­ioni governativ­e e non profit. Alle volte una app sempliceme­nte non serve: basta una donazione.

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