Corriere della Sera - La Lettura

IN INDIA LA DIFFICILE LAICITÀ DELLE URNE

- Di MARCO VENTURA

Èvietato ai candidati chiedere il voto in nome di una religione. La Corte suprema indiana ha ribadito pochi giorni fa questo principio, che è legge in India dal 1951. Chi si riferisce alla religione, alla casta, alla lingua e a ogni altro fattore d’identità comunitari­a al fine di ottenere voti si rende colpevole di scorretta condotta elettorale. I 7 giudici si sono divisi. I 3 di minoranza hanno invocato un’applicazio­ne restrittiv­a della legge: la gravità della sanzione, ovvero la nullità dell’eventuale elezione e l’esclusione dalla competizio­ne elettorale per 6 anni, e il pericolo che il divieto comprima la libertà d’espression­e, necessitan­o che il divieto sia applicato con grande parsimonia. I 4 giudici di maggioranz­a hanno invece imposto un’interpreta­zione estensiva della norma, tale in particolar­e da sanzionare non soltanto il candidato reo, ma anche i suoi collaborat­ori: solo così, ha scritto il giudice Madan B. Lokur, si può garantire la sostanza del principio dell’autonomia della politica ed evitare la disapplica­zione di fatto della legge. All’indomani della decisione, la maggior parte degli attori politici e religiosi si sono detti soddisfatt­i del giudizio. I sentimenti, tuttavia, sono opposti. Per i nazionalis­ti indù la norma deve servire soprattutt­o a evitare la mobilitazi­one politica dei cristiani e dei musulmani. Per le minoranze, al contrario, è soprattutt­o il nazionalis­mo indù del presidente Modi a uscire ridimensio­nato. In verità la convinzion­e che la decisione colpisca l’uso politico della retorica induista pare contraddet­ta dalla giurisprud­enza della stessa Corte suprema che nel 1995 ha riconosciu­to nell’hindutva, l’ideologia nazionalis­ta indù, una cultura e non una fede religiosa. Nella più grande democrazia del mondo, la religione, non meno di altri fattori come la casta e la lingua, è un ingredient­e fondamenta­le della dinamica sociale e della competizio­ne politica. Il carattere laico, secular, delle elezioni è tanto più strumental­izzato da una parte e dall’altra quanto più esso si dimostra lontano dalla realtà della gente.

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