Corriere della Sera - La Lettura
IN INDIA LA DIFFICILE LAICITÀ DELLE URNE
Èvietato ai candidati chiedere il voto in nome di una religione. La Corte suprema indiana ha ribadito pochi giorni fa questo principio, che è legge in India dal 1951. Chi si riferisce alla religione, alla casta, alla lingua e a ogni altro fattore d’identità comunitaria al fine di ottenere voti si rende colpevole di scorretta condotta elettorale. I 7 giudici si sono divisi. I 3 di minoranza hanno invocato un’applicazione restrittiva della legge: la gravità della sanzione, ovvero la nullità dell’eventuale elezione e l’esclusione dalla competizione elettorale per 6 anni, e il pericolo che il divieto comprima la libertà d’espressione, necessitano che il divieto sia applicato con grande parsimonia. I 4 giudici di maggioranza hanno invece imposto un’interpretazione estensiva della norma, tale in particolare da sanzionare non soltanto il candidato reo, ma anche i suoi collaboratori: solo così, ha scritto il giudice Madan B. Lokur, si può garantire la sostanza del principio dell’autonomia della politica ed evitare la disapplicazione di fatto della legge. All’indomani della decisione, la maggior parte degli attori politici e religiosi si sono detti soddisfatti del giudizio. I sentimenti, tuttavia, sono opposti. Per i nazionalisti indù la norma deve servire soprattutto a evitare la mobilitazione politica dei cristiani e dei musulmani. Per le minoranze, al contrario, è soprattutto il nazionalismo indù del presidente Modi a uscire ridimensionato. In verità la convinzione che la decisione colpisca l’uso politico della retorica induista pare contraddetta dalla giurisprudenza della stessa Corte suprema che nel 1995 ha riconosciuto nell’hindutva, l’ideologia nazionalista indù, una cultura e non una fede religiosa. Nella più grande democrazia del mondo, la religione, non meno di altri fattori come la casta e la lingua, è un ingrediente fondamentale della dinamica sociale e della competizione politica. Il carattere laico, secular, delle elezioni è tanto più strumentalizzato da una parte e dall’altra quanto più esso si dimostra lontano dalla realtà della gente.