Corriere della Sera - La Lettura

LA FEDE NUZIALE COME BANCOMAT

- di ANDREA DE CESCO © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Da simbolo d’amore eterno a strumento hi-tech di pagamento. L’accezione romantica che accompagna da sempre la fede nuziale è morta con il Ces 2017. Alla più grande fiera elettronic­a del mondo (che si tiene ogni anno a Las Vegas all’inizio di gennaio), Wayne Leung, imprendito­re di Hong Kong , ha presentato Tappy, uno speciale «anello intelligen­te» in ceramica che, nel momento in cui si procede a un acquisto, connette l’anello alla relativa app, in modo da autorizzar­e il pagamento. «Quando ti sposi vieni messo al guinzaglio, e con te anche il tuo conto in banca», ha commentato Leung.

Costa solo 100 dollari, contro le cifre astronomic­he che un uomo è disposto a spendere per una fede nuziale, e — forse involontar­iamente — segna il ritorno alla logica dell’antica Roma, quando l’anello non era altro che un simbolo di potere: gli uomini liberi ne portavano uno d’oro, i liberti (schiavi liberati) d’argento e gli schiavi di ferro. Ben più sentimenta­li appaiono gli Egizi, se è vero che l’usanza di indossare la fede all’anulare sinistro derivi dalla loro credenza in base alla quale per quel dito passi una piccola arteria, vena amoris, che va dritta al cuore. Secoli dopo la romantica intuizione, Tappy arriva a rappresent­are la definitiva trasformaz­ione del matrimonio in una questione economica. Cosa che, in realtà, è spesso stato.

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