A Oxford una nuova edizione critica

Curare l’edizione critica dell’opera Ab urbe condita libri CXLII di Tito Livio rappresenta da sempre un’impresa ardua. Alle monumentali dimensioni del testo (che comprendeva in origine 142 volumi, di cui si sono conservati i libri 1-10 e 21-45, narrando la storia di Roma dalle sue origini mitiche fino alla morte di Druso, figliastro di Augusto e fratello di Tiberio, nel 9 a.C.) fa fronte una tradizione manoscritta assai lacunosa, con una diversa trasmissione delle singole decadi in cui l’opera era suddivisa e scarsissimi frammenti delle parti perdute, di cui possiamo ricostruire il contenuto solo grazie a epitomi successive. L’ultimo studioso, in ordine di tempo, a essersi cimentato è John Briscoe, Honorary Research Fellow all’Università di Manchester, membro dell’Academia Europaea, già autore di un commento ai libri 31-45 e di un’edizione critica degli stessi nella prestigiosa serie tedesca Teubner. La Oxford University Press ha pubblicato la scorsa estate nella collana degli Oxford Classical Texts, conosciuta anche come Scriptorum Classicorum Bibliotheca Oxoniensis, un’edizione curata da Briscoe dei libri 21-25, che coprono i primi otto anni della Seconda guerra punica e includono un celebre ritratto di Annibale. Il volume offre un’edizione critica rivista del testo originale latino, presentando un abbondante numero di congetture sulla base dei progressi degli studi e l’uso di un’ampia gamma di manoscritti, taluni sconosciuti alla maggior parte degli studiosi precedenti. Il testo di Briscoe fornisce inoltre una lista esauriente delle altre edizioni e di congetture varie, e un esteso indice finale. Nel frattempo, l’ipotesi di un’ulteriore revisione del testo è in discussione in ambienti filologici italiani e resta viva la speranza che Stephen Oakley accetti prima o poi di curare un’edizione critica dei libri 6-10, dando seguito all’eccellente commento dei suddetti libri uscito sempre a Oxford tra il 1998 e il 2007 (online dal gennaio dello scorso anno).