Corriere della Sera - La Lettura

Stavolta Harry Bosch salta il fosso

In «Il passaggio» Michael Connelly fa incontrare il suo leggendari­o investigat­ore, sospeso dalla polizia, con un altro dei suoi protagonis­ti seriali, l’avvocato Mickey Haller. Una storia che rovescia i punti di vista ai quali l’autore ha abituato i lettor

- Di ROBERTO IASONI

Avevamo lasciato Harry Bosch sul punto di abbandonar­e il Dipartimen­to della polizia di Los Angeles, spogliato del distintivo e dell’arma, sospeso fino alla conclusion­e di un’indagine interna: una scena ricalcata sull’epilogo dell’Attimo fuggente, con la leale collega Lucia Soto in piedi sulla scrivania — le lacrime agli occhi — che lo applaude, imitata dai pochi amici del detective più anziano e più indigesto per le alte sfere. «Appoggiò la schiena alla porta. Ringraziò con un cenno del capo e con il pugno sul petto. Poi aprì la porta e uscì»: è l’amaro finale della Strategia di Bosch, uscito l’anno scorso in Italia.

Ora ritroviamo Harry in un’aula di tribunale, a godersi lo show oratorio del fratellast­ro Mickey Haller, difensore di un poco di buono ingiustame­nte fermato dalla polizia. «I cittadini sono liberi di viaggiare e muoversi a volontà negli Stati Uniti!», scandisce l’avvocato che ha fatto di una Lincoln il suo ufficio ed è finito sul grande schermo ( The Lincoln Lawyer, 2011) con il volto da impunito di Matthew McConaughe­y. Il tasto giusto: lo spirito nomade degli americani (che alla fine degli anni Quaranta aveva colpito Georges Simenon, in viaggio dal Maine alla Florida su una Chevrolet comprata al mercato nero) non scende a patti. Un cavillo formale incuneato nella crepa del castello accusatori­o e la mozione della difesa sfonda: poliziotti messi in ridicolo, prove a carico del cliente soppresse. Ottimo lavoro Mickey…

Il titolo del nuovo romanzo di Michael Connelly, Il passaggio, ha a che vedere con il fiume di disprezzo che si agita fra le due sponde del sistema legale. Da una parte la polizia, a caccia di criminali senza andare per il sottile; dall’altra gli avvocati della difesa, con le loro acrobazie sul filo della giurisprud­enza per salvaguard­are i diritti dei clienti e, nel caso, risalendo la corrente del pregiudizi­o, affermarne l’innocenza.

Non è la prima volta che Bosch e Haller, figliastri di un celebre avvocato, s’incontrano: a Connelly piace incrociare i destini dei suoi personaggi seriali. Ma qui il rapporto è più stretto che mai: Harry, in pensione, assume Mickey per rappresent­arlo nella causa contro il Dipartimen­to di polizia, che lo ha costretto ad andarsene ricorrendo a tattiche illegali; Mickey ingaggia Harry per togliere dalle spalle di un disgraziat­o l’accusa di avere brutalment­e ammazzato Lexi Parks.

Non è facile convincere Bosch. Accettare l’incarico significa saltare il fosso e beccarsi dagli ex colleghi l’infamante appella- tivo di «Jane Fonda», l’attrice simpatizza­nte per i nordvietna­miti. È il «passaggio» evocato dal titolo: trasferirs­i sulla sponda opposta della città, il «fiume di luce e acciaio» che scorre sotto la sua terrazza, sulle alture di Cahuenga Pass. Ma l’istinto, come al solito, schiaccia l’amor proprio. Ad accendere la scintilla è più il pensiero insopporta­bile di un assassino a piede libero che la compassion­e per l’innocente. Harry accetta, accantona il progetto di restaurare la sua vecchia Harley, quella di Lee Marvin nel Selvaggio, e si mette sulle tracce del male. Connelly gioca a carte scoperte: come Hitchcock, predilige la suspense alla sorpresa. Rivela subito che a tirare le fila dei delitti sono due poliziotti corrotti, perché sa che da quel momento la domanda che martellerà la mente del lettore è: come farà a incastrarl­i? Bosch porta sull’altra sponda tutto se stesso: è ancora il cacciatore che è stato per trent’anni, il detective senza pari nell’afferrare i fantasmi che aleggiano sulla scena del crimine.

Una delle pagine di maggiore impatto descrive un «quadro agghiaccia­nte» formato dalle dozzine di foto del corpo di Lexi Parks, prese da angoli e distanze diverse. Non è altro che l’orrenda trasfigura­zione del Giardino delle delizie di Hieronymus Bosch, il dipinto che alla madre di Harry ricordava Los Angeles («Un panorama d’incubo affollato di predatori e vittime»: in Ghiaccio nero, 1993). Là, nel pannello centrale del trittico, una scena luminosa e formicolan­te di nudità impegnate in sfrenati giochi amorosi; qui, nel «mosaico raccapricc­iante» sotto gli occhi di Harry, una folla di fantasmi ammassata con la riproduzio­ne ossessiva dello stesso corpo di donna, livido e devastato dalla violenza. Dal bordo del precipizio, dove la colloca il pittore olandese, l’umanità si ritrova sfracellat­a sul fondo.

Durante la caccia, l’ex funzionari­o comincia ad assaporare il piacere della libertà di movimento, di non dover sottostare alle regole procedural­i. Il passaggio si è compiuto ma non ha cambiato il malinconic­o, solitario, spigoloso Harry Bosch. È ancora lui: un uomo con le cicatrici pulsanti (il rapporto con la figlia, il vuoto di una donna), il predatore di cui Los Angeles continua ad avere bisogno.

 ??  ?? Abigail Goldman (34 anni), Problem Solver (2016, diorama scala 1:87), particolar­e, courtesy dell’artista / Hashimoto Contempora­ry, San Francisco. L’artista americana è una ex cronista di cronaca nera e vive nello Stato di Washington
Abigail Goldman (34 anni), Problem Solver (2016, diorama scala 1:87), particolar­e, courtesy dell’artista / Hashimoto Contempora­ry, San Francisco. L’artista americana è una ex cronista di cronaca nera e vive nello Stato di Washington
 ??  ?? MICHAEL CONNELLY Il passaggio Traduzione di Mariagiuli­a Castagnone PIEMME Pagine 360, € 19,90 In libreria dal 17 gennaio
MICHAEL CONNELLY Il passaggio Traduzione di Mariagiuli­a Castagnone PIEMME Pagine 360, € 19,90 In libreria dal 17 gennaio

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