Corriere della Sera - La Lettura

Le parole per spiegarlo ai bambini

La recente pubblicazi­one dello «Zanichelli Junior» arricchisc­e l’offerta di dizionari tarati sulle giovanissi­me e giovani generazion­i. «La Lettura» li ha confrontat­i: i testi certifican­o la rapida metamorfos­i della lingua e della società A ogni età i suoi

- di GIUSEPPE ANTONELLI

Il vocabolari­o cresce con l’età. Via via che diventiamo adulti, entriamo in contatto con un numero sempre maggiore di parole. Ed è importante che quelle parole impariamo a capirle e a usarle. I cosiddetti dizionari pedagogici sono pensati proprio per accompagna­re questo progressiv­o ampliament­o dell’universo lessicale.

Babbo Natale jr

Di questa categoria fa parte anche il recente Zanichelli Junior, rivolto agli studenti della scuola secondaria. Dunque a una fascia d’età superiore a quella per cui è stato pensato il Primo Zanichel

li (ultima edizione 2010) e a cui si rivolgono — tra gli altri — il Nuovo DevotoOli junior (Le Monnier, 2015) e Il mio

primo dizionario MIOT (Giunti Junior, ultima edizione 2014). Balza subito agli occhi — a proposito di significat­i — che quello di junior è ampio e un po’ oscillante: «Si dice di un prodotto per bambini e ragazzi», come annota la voce dell’omonimo Zanichelli. Solo che, in fatto di parole, bambini e ragazzi hanno esigenze diverse.

La protagonis­ta dell’ultimo romanzo di Fabio Genovesi, Chi manda le onde (Mondadori, 2015), rimane sconvolta — in prima media — dal tema Le piccole grandi delusioni della vita: cosa ho provato quando ho scoperto che Babbo Natale non esiste («No, dico, in che senso Babbo Natale non esiste?»). Ma forse era ora che anche lei lo sapesse. Nello Zanichelli rivolto agli studenti delle medie e del primo biennio delle superiori, infatti, Babbo Natale è definito «personaggi­o fantastico». Non così nel Devoto-Oli rivolto a quelli delle elementari. Non nell’ultima edizione, almeno. «Una mamma ci ha scritto, chiedendoc­i di non spezzare ancora l’incanto», racconta a «la Lettura» Biancamari­a Gismondi, caporedatt­rice di quel dizionario. Così la definizion­e ora recita: «Personaggi­o che secondo la tradizione rappresent­a il Natale; è un vecchio dalla barba bianca che porta regali ai bambini».

Parole che parlano di sé

Sono mondi diversi, quelli dei bambini e dei ragazzi, che richiedono definizion­i diverse. E scritte in una lingua diversa: usando solo parole comprensib­ili a quell’età. «Il principio aureo a cui attenersi — spiega Lorenzo Ambrogio, revisore dello Zanichelli Junior — è quello di usare nelle definizion­i solo le parole che vengono spiegate nello stesso dizionario». Nell’introduzio­ne del suo Dizio

nario Elementare (1977), Giuseppe Pittàno riportava un dialogo con il figlio di sei anni che, dopo aver cercato una parola nel dizionario, era andato a farsela rispiegare in modo semplice da lui. «Perché non scrivono così anche nel dizionario?», protestava il bambino.

Perché un bambino capisca una parola sono fondamenta­li gli esempi, che a ogni parola danno una funzione e un contesto. Al punto che nel Primo Zani

chelli , curato da Mario Cannella, gli esempi precedono la definizion­e: « Bovi

no. Il bue, il bisonte e il bufalo sono dei bovini». Ma di grande aiuto possono essere — specie se narrate in una zona a parte, come fa il Devoto-Oli junior — anche le etimologie, che offrono una sorta di spiegazion­e interna. « Nausea. Il termine deriva dal greco nausìa “mal di mare”, che viene a sua volta da naûs “nave”».

Noi siamo piccoli, ma cresceremo

L’esigenza di un dizionario a misura di bambino comincia a essere avvertita, in Italia, solo nel secondo dopoguerra. La prima risposta è il Piccolo dizionario

della lingua italiana di Fernando Palazzi (1953), che — continuame­nte rinnovato — si trova ancora oggi in libreria (l’ultima edizione, a cura di Mary Gislon e Rosetta Palazzi, è stata pubblicata da Hoepli nel 2016).

Piccolo, certo: ma quali parole deve contenere un vocabolari­o per bambini? Ovvero: quali sono le parole fondamenta­li, le prime che bisogna imparare per maneggiare adeguatame­nte una lingua? A queste domande ha cercato di dare una risposta il Vocabolari­o di base curato da Tullio De Mauro nel 1980, basato sulla frequenza d’uso delle diverse parole (una nuova versione è stata pubblicata in rete il mese scorso). Proprio da quell’esperienza è nato il Dizionario di base della lingua italiana (Paravia, l’ultima edizione è del 2000), nel quale le parole sono distinte in «fondamenta­li», «frequenti», «strategich­e».

Oggi, la scelta tiene in consideraz­ione soprattutt­o il lessico dei libri di testo. E anche i vocabolari tendono a presentars­i come libri di testo, espandendo il loro raggio d’azione. Sia in senso encicloped­ico, come per quelli che lo Zanichelli

Junior chiama gli «spiegaesem­pi», sia in senso grammatica­le: fornendo ampie indicazion­i riguardo a plurali e femminili, coniugazio­ni e reggenze, pronuncia e ortografia. Il simbolo che introduce questi approfondi­menti grammatica­li nel MIOT è un occhio, nel Devoto-Oli una puntina da disegno, nello Zanichelli una bomba con la miccia accesa.

Parole minate

Ma le vere parole minate, in questo tipo di dizionari, sono forse altre: le parole a vario titolo tabuizzate. Sono ormai lontani gli anni in cui ai ragazzi «pareva spinta e non pronunciab­ile davanti a donne anche la locuzione metaforica ri

farsi una verginità », come ricordava il linguista Giovanni Nencioni della sua giovinezza primo novecentes­ca. Infatti tutti i dizionari junior danno per vergine il significat­o sessuale e, più in generale, affrontano con equilibrat­a chiarezza le parole riferite a questa sfera. «Se il criterio è la concreta utilità che la conoscenza di questa o quella parola può avere nelle variegate esperienze linguistic­he dei bambini — dice Mario Venturi, curatore delle ultime edizioni del MIOT — nessun ambito e nessun registro è a priori censurato».

Un deciso passo in avanti, se si tiene conto che nel 1981 Il mio primo diziona

rio illustrato di Aldo Gabrielli, rivolto a ragazzi fino ai 13 anni, preferiva omettere il lemma sesso. Altri tempi: tempi in cui le pagine dedicate all elette reJeK potevano rimanere vuote, eccezion fatta per una breve nota in cui si consigliav­a di scrivere iuventus e chimono. Oggi invece si va da jackpot a junk food, da kara

oke a k-way (in cui la lettera è pronunciat­a all’inglese). Bambini e ragazzi, d’altra parte, sono perfettame­nte abituati a quelle che tradiziona­lmente si consideran­o lettere straniere. Perfettame­nte a loro agio tra yogurt e yo-yo (come si chiama il canale Rai dedicato ai più piccoli), ma anche tra web, wiki e wi-fi («www mi piaci tu», come cantavano qualche anno fa quei ragazzini). Un mondo di parole, le parole di un nuovo mondo.

 ??  ?? AA.VV. Il nuovo Devoto-Oli junior Con 25.500 voci e 45 mila accezioni Con versione scaricabil­e per Windows Mac e Linux LE MONNIER Pagine 1.440, € 16
AA.VV. Il nuovo Devoto-Oli junior Con 25.500 voci e 45 mila accezioni Con versione scaricabil­e per Windows Mac e Linux LE MONNIER Pagine 1.440, € 16
 ??  ?? AA.VV. Il mio primo dizionario MIOT GIUNTI JUNIOR Pagine 832, € 12,50
AA.VV. Il mio primo dizionario MIOT GIUNTI JUNIOR Pagine 832, € 12,50
 ??  ?? AA.VV. Zanichelli Junior Vocabolari­o di italiano Con 36 mila voci e 64 mila significat­i Con versione scaricabil­e (51 mila voci e 85 mila significat­i) ZANICHELLI Pagine 1.500, € 29,90
AA.VV. Zanichelli Junior Vocabolari­o di italiano Con 36 mila voci e 64 mila significat­i Con versione scaricabil­e (51 mila voci e 85 mila significat­i) ZANICHELLI Pagine 1.500, € 29,90

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