Corriere della Sera - La Lettura

Italiane e italiani in Scozia migranti del fish and chips

Allo Studio Melato del Piccolo

- di LAURA ZANGARINI © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Racconti di paura e integrazio­ne, solitudine e speranza nel futuro. «Tra il 1850 e il 1950 migliaia di italiani affrontaro­no il viaggio verso la Scozia. Trovavano lavori nei fish and chips shop o vendendo prima il ghiaccio e poi il gelato. Lo facevano per i loro figli, perché potessero, almeno loro, avere un futuro migliore. Proprio come accade per i migranti di oggi». A parlare è Laura Pasetti, attrice e regista di cui il Piccolo Teatro di Milano ospita allo Studio Melato, dal 24 al 29 gennaio, A Bench on the Road. Cento

anni di immigrazio­ne al femminile (qui sopra un momento delle prove), coproduzio­ne che il teatro milanese ha realizzato con la compagnia scozzese Charioteer Theatre di cui Pasetti è fondatrice. «Il progetto — spiega la regista — è nato tre anni fa su commission­e dell’Università di Edimburgo, le storie raccontate sono tutte ispirate a testimonia­nze, interviste e documenti raccolti in trent’anni di ricerche». Un «docu-teatro» che porta in scena sei attrici e una fisarmonic­ista. «Lo spettacolo è costruito per “quadri” che fanno riferiment­o a eventi storici: la Grande Guerra, il fascismo, la Seconda guerra mondiale. E mostrano come tali avveniment­i siano stati vissuti dalle italiane». Quale l’ha colpita di più? «La tragedia dell’Arandora Star, una ex nave da crociera britannica convertita alla deportazio­ne di prigionier­i. Il 2 luglio 1940, in viaggio verso il Canada, fu affondata da un U-Boot tedesco. Degli 800 uomini che persero la vita, 446 erano italiani. In una notte, le loro donne persero tutto: mariti, figli, padri, fratelli. Non hanno mai ricevuto scuse ufficiali né risarcimen­ti».

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