Corriere della Sera - La Lettura

Lo scrittore- satellite va in orbita come lo Sputnik

Il racconto Il firmamento delle star editoriali, l’universo dei festival. E un’insidiosa ascesa

- Di LUCA RICCI

L’uomo aveva pianificat­o quella gita fuori porta già da parecchie settimane: gli piaceva di tanto in tanto pre ndere un t re no e passare il tempo in un’altra città, meglio se di provincia, lontana dal caos. Quella volta però qualcosa andò storto. Appena varcate le mura della cittadina prescelta un gruppetto di giovani gli si parò d’innanzi con aria entusiasti­camente minacciosa: sarà che la sua stempiatur­a faceva molto intellettu­ale, o che per quell’occasione aveva scelto una giacca di lino al contempo elegante e stropiccia­ta.

— È in ritardo! — esclamò uno dei giovani.

— Io? — chiese l’uomo, cadendo dalle nuvole.

— La presentazi­one del suo libro sui satelliti avrebbe dovuto iniziare cinque minuti fa!

Doveva trattarsi di uno scambio di persona, ma l’uomo non fece in tem- po a spiegarsi, perché i giovani, con quel loro modo di fare appassiona­to (si definirono «volontari», anche se l’uomo non capì a che cosa mai prestasser­o volontaria­mente la loro passione), lo trascinaro­no dentro uno spiazzo e lo issarono sopra un palco. Soltanto allora l’uomo si rese conto della folla accorsa all’evento.

Un volontario gli sussurrò all’orecchio: — Ha visto quanta gente?

— Ma veramente io… — provò a dire l’uomo, per tentare di togliersi da quella brutta situazione, ma venne subito zittito e fatto accomodare dietro a una specie di cattedra all’aperto.

Una voce all’altoparlan­te annunciò che finalmente la presentazi­one del libro L’occhio di alluminio, l’avventura

dello Sputnik 1 poteva cominciare. L’uomo a quel punto avrebbe voluto andarsene ma l’applauso scrosciant­e della folla lo inchiodò alla sedia. Allora dette uno sguardo alla platea, per qualche istante guardò le facce di quella gente: tutti pendevano dalle sue labbra, qualunque cose avesse detto sarebbe stata accolta con simpatia.

— Grazie per il vostro calore — esordì, avvicinand­o timidament­e la bocca al microfono. — Invece di parlare della grande avventura dei satelliti e di quello che hanno significat­o per il progresso dell’uomo, vorrei chiedervi qual è il migliore ristorante della città.

Scrosciaro­no subito altri applausi, la gente sembrava letteralme­nte impazzita per quelle parole così bizzarre e informali.

— Okay — continuò l’uomo, ora più sicuro di sé. — Se proprio volete che vi dica qualcosa riguardo al mio lavoro, sappiate che uno scrittore si dimentica quasi tutto dei libri che ha scritto, e così fa una fatica bestiale durante la promozione!

La presentazi­one andò avanti per un’oretta, intervalla­ta da applausi a scena aperta per le battute che l’uomo,

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