Corriere della Sera - La Lettura
L’imprendibile Lobo guida i lupi di carta
Il nuovo volume di William Grill, giovane maestro britannico dell’illustrazione, è dedicato ai vasti spazi del West e all’animale che li percorre libero. E che è protagonista di diverse storie per lettori di tutte le età, ambientate anche in Italia
Leggete fumetti, sfogliate graphic novel, guardate cartoni ed esercitatevi a disegnare ananas. È la formula di William Grill, classe 1990, illustratore inglese che (anche così) è diventato il più giovane vincitore del più antico e importante riconoscimento britannico della letteratura per ragazzi, la Kate Greenaway Medal per gli albi illustrati (1955). Accadeva due anni fa con il libro d’esordio, bestseller tradotto in 14 lingue, che ripercorreva l’avventura di Ernest Shackleton e la spedizione Endurance nell’Antartico (1914-1917). Ora Grill torna con I lupi di Currumpaw, racconto ambientato alla fine dell’800. Al centro c’è il lupo, che senza essere mai uscito da fiabe e immaginario infantile sta conoscendo un ritorno nella narrativa per ragazzi, dalla divertente serie per piccini «Amico lupo» di Lallemand-Thuillier ai romanzi per teen di Giuseppe Festa e Katherine Rundell.
La storia di Grill è una vicenda ambientata nel selvaggio West su un arco di trent’anni, dal 1862 al 1894, che consente all’illustratore di rinnovare la capacità di dare forma a sfide epiche dell’uomo con la natura. Lobo è un lupo a capo di un branco che terrorizza la valle di Currumpaw, nel Nuovo Messico. Sulla sua testa viene messa una taglia di mille dollari ma Lobo — astuto, imprendibile, diabolico nell’individuare trappole — resta inafferrabile per semplici ranger e contadini. L’ultima risorsa è Ernest Thompson Seton, il miglior conoscitore — e cacciatore — di lupi in circolazione. La sfida sarà drammatica, a tratti straziante, destinata a cambiare tanto il destino di chi scappa, quanto la vita di chi insegue. E a emozionare chi legge.
Come già nel caso di Shackleton, quello che colpisce è la capacità di Grill di organizzare la materia attraverso illustrazioni semplici — lo strumento privilegiato restano pastelli e matite — e ricche di informazioni storiche e geografiche: sul paesaggio, sui personaggi, sulle tecniche di caccia, su vita sociale ed episodi storici. È una scelta stilistica nata da una necessità personale: Grill ha raccontato di essere stato un ragazzino dislessico, amava le storie ma era intimidito dai libri nel formato classico. Si trovava, invece, più a suo agio con storie che poteva guardare; disegnare e spiegare i fatti con un’illustrazione diventava per lui una maniera per comprenderli meglio. Tra i primissimi soggetti, Grill ricorda di aver passato anni a esercitarsi a disegnare ananas.
Nel libro, illustrazioni (che narrano) e disegni (che informano) procedono appaiati seguendo un «montaggio» ora logico, ora emotivo: panoramiche e campi lunghi, che inglobano le parti di testo; quadri, che ritraggono i lupi e gli uomini e mostrano sequenze con le loro azioni; zoom, ingrandimenti e primi piani, con particolari affiancati, a comporre sequenze o liste di oggetti; dettagli, che sono usati come elementi decorativi nella pagina o che si ritrovano come voci del Glossario illustrato finale.
La storia raccontata da Grill è vera. Ernest Thompson Seton (1860-1946) era un etologo e grande conoscitore di lupi: dopo l’incontro con Lobo, divenne un pioniere della salvaguardia degli animali selvatici, fondò gli Woodcraft Indians e poi i Boy Scout d’America, movimenti che incoraggiavano la vita a contatto con la natura e il rispetto dell’ambiente.