Corriere della Sera - La Lettura

Leggii ma anche trapezi e funi Le metamorfos­i di un palcosceni­co

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Le indicazion­i scritte gli arrivano con settimane o mesi di anticipo. «Ma per un’orchestra sinfonica — ammette Fabrizio Rigo, 37 anni, responsabi­le tecnico del Teatro comunale “Verdi” di Pordenone — le esigenze sono quasi sempre le stesse, dalle posizioni e dai leggii ai livelli degli strumenti. Io preparo tutto e poi arrivano i loro tecnici. Sono bravissimi». Rigo non si scompone parlando della preparazio­ne per gli spettacoli, complessi fin dalla scrittura e figuriamoc­i negli allestimen­ti, «di compagnie come i Momix o le Cirque du Soleil. Compagnie particolar­i: soprattutt­o spettacoli di danza e teatro insieme». E la preoccupaz­ione maggiore? «Queste compagnie sono composte da ballerinia­crobati e occorre allestire trapezi, funi e strutture agili per farli muovere nell’aria. Ogni piccolo elemento deve avere ovviamente una altezza precisa, una collocazio­ne al millimetro. Non si tratta solo di rigore scenografi­co, c’è in gioco anche la sicurezza». Fabrizio Rigo è entrato nel ruolo stabile da poco più di due anni ma conosce il «Verdi» dal 2005. Come spiega, allora, che alcune orchestre importanti ma anche «ditte» come il Cirque du Soleil scelgano anche un teatro «di provincia»? «Certo che siamo fuori dai grandi circuiti ma a Pordenone da un po’ di anni si sta puntando molto sulla cultura, sugli spettacoli, su festival letterari come PordenoneL­egge. Il nuovo teatro è stato la sintesi di questa metamorfos­i». Già, ma prima? «Pordenone era la città dei frigorifer­i, un polo industrial­e. Poi è arrivata la crisi. E allora abbiamo dovuto inventare un altro tipo di azienda. L’azienda culturale è quella che ci ha convinto di più».

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Fabrizio Rigo, 37 anni, responsabi­le tecnico del Teatro comunale «Verdi» di Pordenone

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