Corriere della Sera - La Lettura

Guardate il mio balletto e vi farò precipitar­e in una notte virtuale

Peter Leung ha creato ad Amsterdam «Night Fall», coreografi­a ipertecnol­ogica che il pubblico può godersi a distanza

- di VALERIA CRIPPA © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

La notte si scambia con il giorno e il sogno duetta con la realtà, tra Cigni velati e un violinista che controlla l’universo con l’incanto malefico del proprio strumento. Benvenuti nel tenebroso regno del balletto virtuale, nuova frontiera dell’arte tersicorea. Ad Amsterdam la deriva hi-tech della danza classica è coltivata con profitto: Night Fall, primo balletto concepito per vivere la dimensione virtuale, ha vinto il premio per la categoria

best live experience al Cinequest Film &VR Festival di San José, California (oltre 100 mila visitatori nella scorsa edizione), dove sarà presentato il 12 marzo.

Lo spettacolo realizzato dall’Het Nationale Ballet, la compagnia nazionale olandese, in collaboraz­ione con &samhoud media, pone lo sguardo dello spettatore al centro della scena come fosse parte del corpo di ballo. Diretto da Jip Samhoud e Marijn Korver, è stato coreografa­to dal trentaseie­nne Peter Leung, young creati

ve associate del Balletto nazionale Olandese su musica espressame­nte composta da Robin Rimbaud, in arte Scanner.

«Per me — racconta a “la Lettura” il britannico Leung, uscito dalla scuola del Royal Ballet e per 13 anni danzatore ad Amsterdam — Night Fall avviene in un limbo. È una sorta di notte eterna, un mondo dove il personaggi­o del Violinista agisce come Rothbart, il perfido mago del Lago dei cigni che cerca di impedire l’unione dei due innamorati. Mi sono volutament­e riferito all’estetica del ballet

blanc ottocentes­co per infondere l’aura della tradizione classica a una coreografi­a di respiro moderno, realizzata con l’esperienza virtuale».

All’inizio, lo spettatore vive la sensazione di scendere dal cielo come se cadesse lentamente in una notte infinita, al termine risale in orbita. Come in un sogno. «La cosa più complicata — prosegue Peter — è stata immaginare il pubblico in mezzo al “palcosceni­co”. Non potevamo sapere come sarebbe apparso lo spazio dello studio finché non l’abbiamo filmato, non sono bastati un paio di test con una videocamer­a a bassa risoluzion­e per immaginare il risultato. Ci sono solo due punti di editing in Night Fall, l’inizio e la fine, prima e dopo la danza: perciò i ballerini devono eseguire i passi correttame­nte, non c’è alcuna possibilit­à di coprire gli errori con il montaggio».

Nulla si può nascondere allo sguardo a 360 gradi dello spettatore che può scegliere cosa vedere, proprio come a teatro. Il compositor­e Scanner è coinvolto in molti progetti della compagnia. «È stata un’esperienza nuova anche per lui — spiega il coreografo — perché è il mixer a controllar­e il risultato in modo che funzioni per il formato VR. Ho voluto che il violino giocasse un ruolo chiave nel film e che vibrasse del mondo digitale. Così Scanner ha creato una partitura per violino stratifica­ndone il suono nell’ambiente, tra gli altri strumenti».

Nel cast, danzano i principal Anna Tsygankova e Artur Shesteriko­v accompagna­ti dal violinista Pieter van Loenen. La maggior parte dei ballerini non aveva mai visto un film di tecnologia virtuale, quindi era priva di riferiment­i. «Nonostante ciò i danzatori hanno lavorato duramente e con pazienza durante le riprese. La sfida per loro è stata danzare come se a guardarli ci fosse il pubblico dal vivo. Oggi è fantastico ascoltare i commenti sorpresi della gente. Ci sono molti feedback positivi. Anche chi non ha mai visto un balletto, resta catturato dalla poesia della danza».

Night Fall può essere visto da tutti in tre modi: dal sito della compagnia (www.operaballe­t.no/en/node/5015) utilizzand­o un Samsung Galaxy S6 o S7 inserito nell’ attrezza tura SamsungGea­r VR e un paio di cuffie; o usando uno smartphone da collegare a un cardboard (occhiali di cartone) scaricando l’app di YouTube; oppure nei cinema VR (vedi https://thevrcinem­a.com/nl), per il momento solo ad Amsterdam. «Il modo migliore — dice il coreografo — è sicurament­e il primo. Penso che questa tecnologia si svilupperà presto perché gioca creativame­nte con le aspettativ­e del pubblico: continuerà a migliorare stimolando gli artisti a progredire. Ho visto film d’arte ed educationa­l che la usano ed è un ottimo modo per immergersi in una materia. Forse è il futuro della danza cinematogr­afica: ho sempre sentito che mancava qualcosa in questo genere. L’immersione totale è la nuova frontiera».

Leung ha da poco smesso di danzare per concentrar­si sulla coreografi­a, ma non solo: come filmmaker ha studiato alla New York Film Academy ed è direttore creativo di House of Makers, compagnia d’arte interdisci­plinare focalizzat­a sulla performanc­e: «Per cinque allievi del Balletto nazionale olandese sto creando la coreografi­a Persona. Esplora l’idea di un individuo che si divide in 5 parti differenti. Sono costanteme­nte al lavoro su nuovi progetti: la compagnia ha sempre dato spazio alla creatività ma utilizzand­o diverse generazion­i di coreografi. È la ragione per cui ad Amsterdam mi sento così a casa».

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 ??  ?? Il coreografo Peter Leung, 36 anni (foto di Bowie Verschuure­n). In alto: la prima di Night Fall ad Amsterdam (foto di Michel Schnater)
Il coreografo Peter Leung, 36 anni (foto di Bowie Verschuure­n). In alto: la prima di Night Fall ad Amsterdam (foto di Michel Schnater)

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