Corriere della Sera - La Lettura

COMINCIÒ IN GRECIA CON I RITI DIONISIACI

- Di LIVIA CAPPONI

La maschera, come il teatro, ha un’origine rituale, da ricondursi al culto di Dioniso in Grecia, dio dell’estasi, dell’orgia, dell’illusione che stacca dalla realtà facendo aprire gli occhi su di essa. Numerosi vasi dipinti mostrano dal VI secolo a.C. cerimonie e procession­i dionisiach­e con danzatori mascherati. Nel teatro greco la maschera era di fondamenta­le importanza, poiché gli attori interpreta­vano più personaggi e le figure femminili erano impersonat­e da uomini. Non si sono purtroppo conservate maschere originali antiche, a causa della fragilità dei materiali con cui erano realizzate, come la stoffa gessata, il sughero, il legno, la pelle. Esse erano corredate da parrucche, a ricoprire tutta la testa dell’attore, ed erano dotate di una sorta di imbuto in corrispond­enza della bocca per amplificar­e la voce.

La scoperta di maschere in terracotta a Lipari, o di esemplari scultorei e dipinti nelle case di Ercolano e Pompei, ha permesso di individuar­ne le principali caratteris­tiche. Le donne e i vecchi si distinguev­ano per il colorito pallido, mentre gli uomini avevano la pelle più scura. Le maschere tragiche visualizza­vano gli stati d’animo in modo espression­istico, attraverso le deformazio­ni del viso, come gli occhi sbarrati o le narici dilatate; quelle comiche rappresent­avano una galleria di personaggi riconducib­ili alle categorie di vecchi, giovani, schiavi, donne giovani e anziane. Anche il costume aveva una valenza simbolica.

Nel teatro tragico i personaggi maschili portavano una lunga tunica o chitone, sormontata da un mantello, e recavano oggetti caratteriz­zanti, come lo scettro per il re o la lancia per il soldato. Nella Commedia antica il costume prevedeva una tunica corta, imbottita e munita di un grosso fallo di cuoio, mentre nella Commedia nuova, in età ellenistic­a, i colori servivano a far riconoscer­e i personaggi da lontano: i giovani erano vestiti di rosso, i nobili di bianco, i parassiti e i ruffiani di nero.

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