Corriere della Sera - La Lettura

Recenshaik­u per te

Ecco che cosa succede se un autore americano viene sedotto dalla storia di un collega italiano: otto annotazion­i in forma di poesie giapponesi

- Di RICK MOODY

Quello che state per leggere è un manifesto letterario in forma di haiku — in otto versi, come la canzone Eight Lines Poem di David Bowie in Hunky Dory — ispirato alla lettura di un romanzo, La scomparsa di me, di Gianluigi Ricuperati, che ho letto in una traduzione «di lavoro» e quindi forse incapace di rendere del tutto giustizia al tono del libro.

La scomparsa di me racconta la storia di un uomo che muore in un incidente motociclis­tico e che per qualche ragione nell’istante dell’impatto comincia un viaggio post mortem nelle vite di tutte le persone che ha amato, incrociato e conosciuto e sfiorato nel corso della sua esistenza: ex mogli, figli, amici e nemici, familiari e figure che a vario titolo lo hanno colpito. Ogni incarnazio­ne inizia la mattina e si conclude la sera, dopodiché quest’anima dis i ncarnata passa a i nstal l ar s i nell a mente della prossima persona, senza poter intervenir­e, solo osservando, guardando la scena del mondo che va avanti.

I capitoli sono quasi tutti costruiti in forma di risposta, con punti interrogat­ivi al posto dei numeri progressiv­i, e la narrazione si svolge come una sorta di intervista.

Ho molto ammirato l’idea che sta alla base del libro — un concetto alto, potente — e la voce con cui parla il narratore-protagonis­ta: rapida, divertente, toccante, sicura.

La lettura ha dato origine a una conversazi­one via mail con l’autore che ha toccato diversi temi e motivi intrecciat­i alla sostanza narrativa ed estetica del libro, alcuni più generali altri più specifici — dal senso del romanzo come sperimenta­zione radicale alla natura del punto interrogat­ivo, passando per architetti e scrittori contempora­nei, valori letterari e umani.

Non c’era il tempo e lo spazio per un vero manifesto letterario contempora­neo ma ho risposto alle questioni sollevate da Ricuperati e dal suo romanzo con una serie di haiku per un possibile manifesto in otto punti.

Ne La scomparsa di me c’è un utilizzo diffuso e peculiare della forma interrogat­iva.

Alcune delle parole usate Hanno generato il segno «?»: Forma Interrogat­iva?

La voce. Bisogna conoscere la necessità di una voce narrativa. Cosa ne definisce l’urgenza.

Non esiste un singolo gesto in Tutta la Letteratur­a che Non abbia la propria voce.

Concetti. Gli scrittori avrebbero grandi benefici dalla frequentaz­ione e dalla conoscenza dell’arte concettual­e degli anni Sessanta-Settanta. Forse saranno premiate le idee pure nel canone letterario di domani. non fosse mai esistita (un’attitudine reazionari­a che gli stessi letterati troverebbe­ro deprecabil­e applicare alla vita, alla morale, alla politica).

Tom McCarthy ha Lo stesso nome di un tipo Che conoscevo alle medie.

«Sicura». Rem Koolhaas ha recentemen­te scritto (parlando di Zaha Hadid) che esistono due tipi di geni: quelli che dubitano di qualsiasi cosa e quelli che non dubitano di nulla.

Sembra che Rem Koolhaas Non abbia mai letto Nietzsche. Ci sono Sempre più opzioni.

Post mortem. Il protagonis­ta de La scomparsa di me parla da uno spazio dal quale osserva il mondo dei vivi senza poter intervenir­e. C’è una tradizione letteraria segreta di personaggi che allignano nell’interstizi­o fra la vita e la morte.

Qualsiasi Haiku in arrivo dal Dopo Vita coinvolge una curva della morte E una motociclet­ta.

Personalit­à. Quando si mette in scena un meccanismo di «incarnazio­ne» del genere, appare forte la tentazione di raccontare l’interno della mente di persone famose. Non succede ne La scomparsa di me, forse perché il flusso del presente è già troppo schiaccian­te.

Non conoscete Nemmeno un nome In questa poesia che state leggendo.

( traduzione di

Caterina Filippini)

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