Corriere della Sera - La Lettura

Aste, segreti, fotocopie Il genio da piccolo in un puzzle di inediti

Il 5 maggio al Lucca Classica Music Festival saranno eseguiti per la prima volta ventuno brani che il grande compositor­e scrisse da ragazzo. Gli originali sono dispersi, laborioso il recupero. L’organista Liuwe Tamminga che li suonerà: «Pagine gioiose»

- Di PAOLA D’AMICO

Il mestiere Aveva 14 anni quando si sedeva all’organo della chiesa di San Girolamo a Lucca. Come suo padre e suo zio prima di lui La liturgia Le messe, alla fine dell’800, si concludeva­no solitament­e con una marcia. I valzer sono senza dubbio una bizzarria

Ventuno brani per organo, inediti. Un’ ora di musica in tutto. L’esecuzione affidata al clavicemba­lista e organista olandese Liuwe Tamminga, fine conoscitor­e di Giacomo Puccini. Il luogo scelto per il concerto del 5 maggio: la chiesa di San Pietro Somaldi, a Lucca, una di quelle dove, in giovanissi­ma età, il compositor­e fu organista.

La semplicità di questa «prima» è solo apparente. Perché gli inediti non sono arrivati sotto i riflettori per caso. Bensì sono il risultato di un tenace e certosino lavoro d’investigaz­ione. Sono stati ricostruit­i da fotocopie, che l’avveduto e fortunato possessore aveva fatto prima di vendere all’asta il prezioso materiale. Sull’autenticit­à del materiale non vi sono dubbi: la grafia è quella di Puccini. Su una partitura, inoltre, appare chiara la firma del grande compositor­e lucchese.

Non è il primo ritrovamen­to di lavori di Puccini. Due anni fa, frammenti musicali riemersero mescolati a oltre cento lettere autografe della collezione Porciani. Ne è testimone privilegia­ta Gabriella Biagi Ravenni, musicologa e docente all’Università di Pisa, tra i fondatori del Centro Studi Giacomo Puccini. «Sono più di vent’anni che i miei studi si sono concentrat­i su Puccini. Ed è una continua scoperta. Sia sul fronte degli epistolari sia su quello dei testi musicali. Si trovano materiali autografi di continuo. Noi seguiamo l’ andamento del mercato antiquario e da un paio d’ anni ogni cas ad’ aste espone una collezione puccini an a. Un’ emorragia incredibil­e. Non possiamo acquistare nulla ma ci è consentito di visionare le testimonia­nze».

I ventuno inediti sono quasi sorprenden­ti, freschi e sfrontati per caratteris­tiche che al tempo suscitaron­o anche qualche polemica nel mondo ecclesiast­ico lucchese. Valzer, citazioni da letteratur­a musicale varia (come la singolare parafrasi di Que

sta o quella per me pari son, dal Rigoletto di Giuseppe Verdi). Era noto da varie fonti che Puccini avesse scritto musica per organo in gioventù, prima di partire per Milano. «Nel 1927, poco dopo la sua morte, uno studioso aveva analizzato i brani e dato alle stampe un saggio. Poi, però, nessuno li aveva più visti — prosegue la musicologa — perché erano rimasti nelle mani del nipote di un allievo di Puccini, Carlo Della Nina di Porcari, piccolo Comune vicino a Lucca. E, attenzione, parliamo sempre di un Puccini ragazzino».

Il nipote in questione, che come il nonno si chiama Carlo e a Lucca s’era diplomato in pianoforte, negli anni Cinquanta emigra negli Stati Uniti. Approda a Chicago dove fa il musicista. E con sé, oltreocean­o, porta gli scritti del maestro. «Dalle nostre ricerche — continua Biagi Ravenni — risulta che, forse per ragioni economiche, egli vende questo materiale alla casa d’asta Sotheby’s. È il 1988. Dai cataloghi risulta con chiarezza che si tratta proprio di quei brani visti e analizzati sessant’anni prima».

Rintraccia­re gli originali, trovare chi se li è aggiudicat­i, è impossibil­e. La privacy è legge per le case d’asta. «Non ci siamo arresi e grazie a una serie di combinazio­ni, all’aiuto di appassiona­ti e di studiosi locali, siamo riusciti a rintraccia­re il figlio di Carlo che ci ha detto di avere in casa delle fotocopie». Era l’estate di due anni fa quando da Chicago arriva al centro studi di Lucca un primo pacco di fotocopie. «È stato come ricostruir­e un puzzle. Chi le aveva mess e i ns i e me non co nosce va l a musica. Quando me le hanno portate, mi sono messa le mani nei capelli. Erano di cattiva qualità, non si trovavano l’inizio e la fine. Abbiamo insistito ed è così arrivato un secondo pacco di fotocopie. Non ero sola in questo lavoro di cesello, con me c’erano Virgilio Bernardoni e Dieter Schickling di Stoccarda».

I casi più eclatanti di inediti del maestro risalgono a molti anni fa. «Nel 1999 Muti eseguì un preludio che è l’opera prima di Puccini, importante ritrovamen­to nel quale fummo coinvolti». Ora i ventuno brani, «anomali nel panorama della musica per organo di quegli anni, alcuni a carattere meditativo, altri gioiosi, ritmici, e poi i tre valzer che non è frequente trovare per organo, e ancora marce con le quali invece in genere si chiudeva la messa. In casa Puccini, come scrisse Arnaldo Fraccaroli sul «Corriere della Sera» del 13 gennaio 1910, da quasi due secoli si nasceva organisti, per diritto ereditario. Quando muore il padre, molti dei suoi incarichi li prende lo zio. E quando quello se ne andrà da Lucca, daranno a Giacomo il posto che era stato del padre».

Liuwe Tamminga, organista titolare della Basilica di San Petronio a Bologna, incaricato di far rivivere gli inediti di Puccini, conferma: «È una musica gioiosa, si capisce che si divertiva a scrivere. Inoltre gli organi lucchesi hanno registri, come il cornetto-tromba, il cornetto cinese, le percussion­i, che rispecchia­no bene il carattere di questi testi». Poteva non trovare ospitalità nella terza edizione del festival che Lucca dedica alla musica classica? «Questa — spiega il direttore artistico del festival, Simone Soldati — è una manifestaz­ione che vuole abbracciar­e linguaggi diversi e ha l’ambizione di rivolgersi a un pubblico il più eterogeneo possibile, sia per formazione sia per età. È anche il luogo degli inediti. Ma certamente è la prima volta che ne ospitiamo di tale portata».

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