Corriere della Sera - La Lettura
Corpo a corpo con lo spirito
Saggi su autori che si sono confrontati con il sacro
Non è un canone o una galleria esaustiva quella che propongono i curatori Maria Luisa Doglio e Carlo Delcorno nel volume a più mani Poesia religiosa nel Novecento. Già il titolo lo dice: non la poesia religiosa del Novecento, ma alcuni esempi di ricerca poetica religiosa nel Novecento. Da Pascoli fino a Cristina Campo — passando per Rebora, Turoldo, Antonia Pozzi, Caproni, il Pomilio poeta, Margherita Guidacci — il volume propone raffinati saggi su singoli autori. Qui conta il corpo a corpo con i testi, spesso colti nel loro farsi attraverso le carte, le varianti, i progetti ripresi e incompiuti: è il caso del Piccolo Vangelo a lungo vagheggiato da Pascoli, dal 1896 agli ultimi giorni. Il tema costante è quello di un ipotesto biblico, di un fondamento invisibile (per dirla con Luzi) che fa da matrice a diverse ricerche, concretandosi in forme scritturali, letterarie (Dante) o liturgiche, come nella Campo: il punto è la tensione quasi dolorante e a volte paradossale (Caproni) alla simbiosi tra poesia e preghiera suggerita da Henri Brémond (1926). La teofania, la profezia, la rivelazione sono perseguite dentro e attraverso la negazione, lo scandalo, l’opacità. Sono dunque poeti dello scavo e dell’indagine, del confronto con la grandiosa tradizione religiosa che ribolle nel fondo di un secolo sempre più lontano dal sacro, eppure assetato, come se contemplasse, in una sua parte, l’idea del ritorno: «L’infinita speranza di un ritorno» di cui parla Pozzi a proposito delle amate montagne, fisse insondabilmente in un’attesa.