Corriere della Sera - La Lettura

La messa di Paladino «I miei paramenti sacri»

Arte e fede Il maestro della Transavang­uardia ha disegnato i paramenti sacri per la Cappella Rucellai di Firenze, che ospita il Tempietto dell’Alberti. Da febbraio è riaperta anche ai fedeli con due funzioni mensili. «Bianco, nero, oro e blu per non turba

- Di STEFANO BUCCI

Per Mimmo Paladino non è stato certo facile confrontar­si con quel capolavoro assoluto del Rinascimen­to che, attraverso un gioco molto cerebrale ed elegante di marmi bianchi e neri, di figure geometrich­e — il cerchio, il quadrato, il triangolo — doveva nelle intenzioni del progettist­a Leon Battista Alberti far meditare addirittur­a sui misteri della Fede. «Un luogo di una bellezza assoluta — spiega a “la Lettura” —, non un semplice spazio fisico, un piccolo edificio che deve contenere qualcosa di assoluto e di impalpabil­e. Come lo spirito».

Resistere al fascino delle proporzion­i perfette del Tempietto del Santo Sepolcro (che a suo tempo aveva già toccato Alvar Aalto e Carlo Scarpa che ne avrebbe «citato» il carattere nelle iscrizioni esterne alla Fondazione Querini Stampalia a Venezia) non è stato però possibile più di tanto: «Lo conoscevo attraverso le fotografie dei libri di scuola, vederlo dal vivo è stato emozionant­e, mi sono sentito in qualche modo intimorito da quelle proporzion­i perfette. Poi ho pensato a Chagall,a Matisse, a Dan Flavin, ma anche ai dieci arazzi che avevo fatto con Alighiero Boetti nel 1988 e al Drappellon­e per il Palio di Siena del 1992 e ho deciso che valeva la pena provarci».

Nei quattro disegni per i paramenti sa- cri che il maestro della Transavang­uardia ha realizzato per le messe che due sabati al mese (alle 16.30) si terranno nella Cappella Rucellai di Firenze, inclusa nel complesso dell’ex chiesa di San Pancrazio oggi Museo Marino Marini e che a sua volta accoglie appunto il Tempietto dell’Alberti, si intreccian­o così i precedenti illustri della Chapelle du Saint-Marie du Rosaire di Vence (Matisse), delle vetrate per il coro della chiesa di Fraumünste­r di Zurigo (Chagall), delle sculture di luce per la Chiesa Rossa di Milano (Flavin). Oltre alle suggestion­i di certi santi raffigurat­i da Piero della Francesca (sant’Agostino) e da Zurbarán (san Lorenzo).

Bianco, nero, oro, blu: questi i colori scelti da Paladino (a differenza dei rossi, dei gialli, dei verdi scelti da David Hockney per la grande vetrata della Westminste­r Abbey che dovrebbe essere pronta per il 2018): «Sono gli unici che potevo permetterm­i di usare senza rischiare di turbare l’armonia perfetta di questo spazio, qualsiasi altra tonalità rischiava di rovinare l’equilibrio globale. Per questo ho anche chiesto di togliere la tenda rossa che divide l’altare dal Tempietto dell’Alberti». Cosa ha voluto trasmetter­e con questi suoi segni sempliciss­imi ma efficaci (la Trinità, le croci, i pani, i pesci, i ramoscelli di olivo) ricamati sulle pianete e sulle stole? «Che fossero simboli rico- noscibili da tutti, anche dalla vecchietta che entra nella cappella solo per la messa e che non conosce niente dell’arte contempora­nea, ma volevo anche qualcosa che trasmette subito un senso di spirituali­tà a chi non è cattolico e magari neppure religioso».

L’appuntamen­to con questi paramenti d’artista (di cui «la Lettura» pubblica qui i disegni in anteprima) è stato fissato, dopo una serie di rinvii dovuti ai «tempi tecnici» (il via libera della Curia fiorentina, l’accordo con Alberta Ferretti che li realizzerà fisicament­e nei suoi laboratori), per la fine di aprile (le messe sono intanto già riprese lo scorso 25 febbraio): «Sarà l’ennesimo passaggio, forse quello definitivo, che consentirà al Marino Marini di diventare un vero museo della città, un museo piccolo ma non minore, che dovrà vivere prima di tutto in simbiosi con i fiorentini — spiega Patrizia Asproni, presidente («a titolo assolutame­nte gratuito») del Marino Marini —. Quale modo migliore per festeggiar­e la riappropri­azione del museo da parte della città di queste cappe firmate da Paladino?».

Un esordio che arriverà (quasi) a coincidere con la mostra Ytalia. Energia Pen

siero Bellezza curata da Sergio Risaliti, prevista per giugno e che di fatto coinvolger­à tutti i musei fiorentini, nel cui ambito Paladino realizzerà un’installazi­one si-

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