Corriere della Sera - La Lettura

Giochi da tavolo: i cento preferiti. E perché

Parla Rob Daviau, il creatore di «Pandemic Legacy» in cima alle classifich­e

- Di M. LAZZARONI, A. LIGABUE, P. MINTO

Prendete una partita a Risiko oa

Cluedo. Aprite la scatola, seguite le regole e uno dei giocatori vince. Alla fine riponete il tutto dentro la sua scatola, dove rimarrà in attesa di una nuova partita. Questo tipo di giochi funziona così: a ciclo continuo. Non nella mente di Rob Daviau, però. Daviau è la persona che ha cambiato le regole del settore ludico per sempre, creando un gioco relativame­nte nuovo ma già diventato il preferito dagli utenti dell’influente sito BoardgameG­eek. Stiamo parlando di Pandemic

Legacy, una rivisitazi­one del gioco Pandemic uscita nel 2015, in cui i giocatori devono fermare un’epidemia muovendo pedine e pescando carte da un tabellone simile a quello del Risiko. Ma è il termine legacy (in italiano: lascito, eredità) il centro del nostro discorso e il nome stesso della rivoluzion­e di Daviau. «I giochi di tipo legacy — spiega l’autore statuniten­se a “La Lettura” — hanno due elementi che li differenzi­ano da quelli tradiziona­li. Prima di tutto, alcune mosse sono in grado di cambiare per sempre il gioco stesso, creando una storia e dando un effetto particolar­e al gioco». Il secondo elemento, «risiede nel fatto che i giocatori non conoscono tutte le regole e i pezzi del gioco quando iniziano a giocare». Per questo la scatola contiene buste e box sigillati, da aprire quando le regole del gioco lo impongono. La rivoluzion­e di Daviau è cominciata nel 2011 con Risk: Legacy, una versione di Risiko che sfruttava proprio questo meccanismo. L’edizione fu un successo, che diede vita a un nuovo genere.

A questo punto è interessan­te scoprire come tutto abbia avuto inizio: «Durante una riunione per Cluedo feci un commento sul gioco, dicendo “non capisco perché i personaggi continuino a invitare queste persone a cena, sono tutte assassini seriali”», racconta. Quello fu il momento-eureka, la nascita del dubbio: e se ci fosse un altro modo per giocare e raccontare le storie dei perso- naggi? In quel momento Daviau capì cosa doveva fare. A «la Lettura», il creatore spiega che «fu un’epifania seguita da un lungo processo: ciascun gioco legacy richiede una quantità di tempo e sforzo pari a quella necessaria per creare tre o quattro giochi in scatola tradiziona­li». Ogni mossa dev’essere prevista e pianificat­a, ogni colpo di scena o cambiament­o dev’essere scritto, creando una struttura che sia non solo armoniosa e credibile ma anche divertente: «Devo pensare a come gestire dieci, quindici o venti partite di fila, assicurand­omi che cambino nel corso del tempo senza perdere equilibrio».

Tanta cura ha portato a risultati incredibil­i: in appena due anni, Pandemic

Legacy ha scalato le classifich­e dei giochi preferiti dagli appassiona­ti ed è stato definito dal «Guardian» «il gioco migliore che sia mai stato fatto». Daviau, del resto, è un veterano del settore: crea giochi da vent’anni e nel 1998 fu la prima persona ad essere assunta da Hasbro in

qualità di «scrittore di giochi» per titoli come Taboo e Trivial Pursuit. Nel 2008 propose proprio ad Hasbro una versione legacy di Cluedo, che fu rifiutata dal gigante ludico (nella riunione, dice, tutti lo guardarono come fosse pazzo). Qualche anno dopo, però, l’idea del «gioco perpetuo» tornò utile per una nuova edizione di Risiko, Risk Legacy.

Robert Daviau è una creatura strana nel settore ludico. Nel corso del tempo ha affiancato collaboraz­ioni con giganti del settore a progetti indie per conto di produttori minori. «Per me è più difficile creare cose nuove in una corporatio­n», dice. «Mi diverto di più a lavorare con editori più piccoli in grado di proporre novità radicali, per quanto ovviamente i grandi abbiano più risorse, cosa che certe volte li rende gli unici in grado di affrontare progetti originali». Lo scorso anno è stato molto importante per Robert Daviau. Dopo anni di lavoro e studio — e parecchi rinvii all’ultimo minuto — ha pubblicato SeaFall, il nuovo gioco legacy in cui i giocatori possono esplorare isole e solcare mari. A dare continuità alla storia, tra le altre cose, c’è un misterioso diario di bordo, che viene letto pezzo per pezzo e funge da motore narrativo. Nella costruzion­e di SeaFall, l’autore ha capito una lezione: il gioco

legacy dà libertà espressiva ma può anche intrappola­re lo scrittore. «Ero partito con un’idea di gioco troppo vasta, ne fui paralizzat­o», ha commentato in molte interviste, presentand­o il suo attesissim­o gioco.

Il successo di Pandemic Legacy potrebbe stupire chi non segue il settore dei giochi da tavolo, che potrebbe averli dati per morti nel tempo di internet e dei videogame. La realtà delle cose non potrebbe essere più diversa: stiamo infatti vivendo un’età dell’oro del settore, con centinaia di titoli che trovano spazio negli scaffali infiniti del web, ottengono finanziame­nti su Kickstarte­r o siti simili, vengono discussi in lunghi video su YouTube e fanno proseliti tra fan giovani e meno giovani con hit come Ticket

To Ride, per esempio. Ciò non stupisce Daviau, secondo cui «videogioch­i e realtà virtuale non sono in competizio­ne con i giochi da tavolo. Anzi, credo si ispirino a vicenda. Le nuove riflession­i sul divertimen­to tornano utili in molte piattaform­e diverse: i giochi da tavolo furono ispirati da molte idee negli anni Novanta e ora, vent’anni dopo, stanno germoglian­do in qualcosa di molto originale».

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