Corriere della Sera - La Lettura
La storia dei volatili? Tutta nel becco
La rete degli appassionati svela i segreti dell’evoluzione degli uccelli
Il mondo è popolato da 10 mila specie di uccelli. Per capire come e perché si sono a tal punto diversificate bisognerebbe fare uno studio su larga scala in natura, con costi improponibili. Ma oggi esiste la Rete, che può connettere gli appassionati di tutto il mondo. Così è nato un sito (www.markmybird.org) dove qualsiasi cittadino, sotto la supervisione di un team di scienziati dell’Università di Sheffield guidati da Gavin Thomas, può dare il proprio apporto alla ricerca. Il tratto scelto per studiare la diversificazione degli uccelli è il becco, perché offre molte informazioni su evoluzione, ecologia e dieta di questi animali.
I ricercatori stanno scannerizzando in 3D i becchi di migliaia di esemplari provenienti dalle ricchissime collezioni ornitologiche dei musei naturalistici di Londra e di Manchester. Hanno individuato alcuni punti di riferimento morfologici che vanno pazientemente segnati su ciascun becco scannerizzato, al fine di misurare comparativamente le variazioni in ogni loro aspetto (dimensioni, creste, spatole) attraverso appositi programmi informatici. E qui entrano in scena i volontari. Accedendo al sito si ricevono poche semplici istruzioni e si può contribuire marcando i becchi nei punti richiesti e immettendo i risultati nella banca dati. Una scoperta scientifica rilevante si può raggiungere anche in questo modo: collettivamente.
Si chiama citizen science, cioè la scienza partecipativa fatta anche dai non specialisti. L’unione fa la forza: gli utenti registrati sono 1.440, i becchi scaricati sono 7.883 su 9.993 e le marcature realizzate finora sono più di 24 mila. Una gara settimanale premia chi indovina la specie partendo dal solo becco in 3D ed esiste una speciale classifica dei migliori citizen scientists.
Questa comunità online ha realizzato il primo «morfospazio» globale di tutti i becchi. A riprova del fatto che non si tratta soltanto di collezionare curiosità naturalistiche fini a se stesse, l’impresa qualche settimana fa ha ricevuto la consacrazione della pubblicazione sulla rivista «Nature». Grazie ai dati così raccolti si è infatti capito come e con quale velocità gli uccelli moderni, discendenti da un gruppo di dinosauri, si diversificarono così tanto a partire da 70 milioni di anni fa circa.
Quello di quel periodo, chiamato tardo Cretaceo, era un mondo in rapido cambiamento, nuove opportunità ecologiche si aprivano e i primi uccelli ne approfittarono irradiandosi velocemente in forme molto diverse tra loro che andarono a riempire le nicchie rimaste libere. Dopo questa esplosione su larga scala che separò gli schemi di base dei becchi, l’evoluzione per selezione naturale procedette al raffinamento di dettaglio, lavorando per variazione sugli stessi temi aviari. Come aveva previsto nel 1944 il grande paleontologo statunitense George G. Simpson, l’evoluzione non procede sempre con gli stessi ritmi: talvolta può essere molto veloce, dando origine a un ventaglio di specie macroscopicamente differenti tra loro a partire da un antenato comune, per poi canalizzarsi e rallentare quando la nicchia si satura. In sintesi: grande disparità nella fase iniziale e poi lavoro di cesello.
Quando il progetto dei becchi sarà concluso, tutti i dati saranno gratuitamente accessibili nel portale del Natural History Museum di Londra, i cui 80 milioni di reperti sono in corso di digitalizzazione. La scienza è un’impresa sociale che si nutre della condivisione trasparente delle informazioni, comprese quelle particolarmente preziose racchiuse nelle collezioni museali.