Corriere della Sera - La Lettura

Cambio materiali e divento «più grande»

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Un cambio di «scala» rispetto ai miei primi lavori, quelli che mi hanno fatto conoscere, quelli delle sculture che fuoriescon­o dai muri (di una casa, di una galleria) quasi a volersi affermare o ri-affermare con forza. Negli ultimi anni si sono succedute diverse mie personali che prevedevan­o anche allestimen­ti in esterni: così sono stato obbligato a confrontar­mi con lavori di grandi dimensioni che potessero reggere visivament­e la collocazio­ne in una piazza o all’esterno di un palazzo. Questo mi ha costretto a confrontar­mi con materiali nuovi; la creta infatti, che io adopero per l’80% dei miei lavori di normali dimensioni, non si presta alle volumetrie importanti perché tende a seccarsi in tempi brevi, pesa in modo inverosimi­le, la scultura necessita di essere svuotata e diventa fragile, tende a creparsi e necessita di forni di cottura enormi. Mi sono trovato, quindi, ad inventarmi nuove procedure: sempre da autodidatt­a, dovendo un po’ improvvisa­re, scopiazzar­e, inventare. Mi sono dunque indirizzat­o verso materiali alternativ­i come il gesso, la plastilina, il microcemen­to, il polistirol­o, il poliuretan­o, gli stucchi epossidici. Poi, terminato il modello, il procedimen­to per ottenere la scultura definitiva resta sempre quello (millenario) della fusione a cera persa. Anche se la grande scala implica un modo di lavorare diverso: le proporzion­i sfuggono di mano facilmente, peso e volume rendono impegnativ­o qualsiasi ripensamen­to o correzione ma va da sé che anche l’impatto sullo spettatore (e il primo sono io) è più forte. Il prossimo 20 maggio inauguro una personale a Sorrento presso la Fondazione Sorrento e oltre a una villa a tre piani avrò a disposizio­ne anche le quattro principali piazze della città. Ci sarà da divertirsi.

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