Corriere della Sera - La Lettura

ARNOLFINI: IL MISTERO CONTINUA

- Di CARLO BERTELLI

Èuno dei dipinti più affascinan­ti al mondo, firmato da Jan van Eyck, datato 1434, ora alla National Gallery di Londra: è il ritratto della coppia formata da Nicolao Arnolfini, mercante lucchese con affari a Bruges, e dalla moglie Costanza. Anche se risulta, però, che nel 1434 Costanza era già morta. I presunti Arnolfini non sono dunque qui. JeanPhilip­pe Postel è un medico, oltre a essere un abile scrittore, e come medico sottopone in questo suo libro da poco pubblicato in Italia ( Il mistero Arnolfini. Indagine su un dipinto, prefazione di Daniel Pennac, traduzione Doriana Comerlati, Skira, pp. 128, € 16) il capolavoro a una diagnosi che non trascura i numerosi indizi. Perché, ad esempio, quello specchio in cui si riflette tutta la camera? Perché il candeliere con tre candele più una accesa? Perché i vetri tondi della finestra, l’arancia sul davanzale, il letto con la cortina rossa, gli zoccoli e le pianelle sul pavimento, il tappeto, il cagnolino che ci guarda mentre non appare riflesso nello specchio? Queste e altre domande non intendono violare il mistero di questo dipinto enigmatico, ma mirano a rendersi conto delle motivazion­i che hanno spinto il pittore a enumerare tanti particolar­i evidenteme­nte simbolici. Ma le domande di Postel non trovano risposta certa. Allora egli lascia i «presunti» Arnolfini per trovare altri segni in altri dipinti di van Eyck: stessi gioielli, stessi volti femminili o, almeno, assai somigliant­i. Perché è proprio dei pittori realisti (vedi Caravaggio) il ricorso a un mondo circoscrit­to di oggetti e a volte di stanze. Poi insorge la questione, posta di recente, se il presunto Arnolfini non sia lo stesso van Eyck. Alla fine il dottore non ha terapie da proporre e immagina: immagina che la coppia sia salita in camera in fretta, attratta dall’odore di bruciato del lucignolo spento e che ancora fuma... Così siamo abbandonat­i alla pura contemplaz­ione di un indiscusso capolavoro. E i suoi enigmi restano insolubili.

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