Corriere della Sera - La Lettura

Scrivere per non essere una semplice «zuppa quantistic­a»

- di DEMETRIO PAOLIN

La letteratur­a dell’Est Europa ha prodotto alcune delle opere più interessan­ti degli ultimi anni, per questo motivo è benvenuto l’appuntamen­to il 20 marzo a Grosseto (Sala Conferenze Clarisse Arte, ore 18.30) con Gregori Gospodinov, autore bulgaro che dialogherà con Simone Innocenti, Giuseppe Dell’Agata — suo traduttore — e con Daniela di Sora, editore, con Voland, di tutte le sue opere italiane (il 21 sarà a Roma, all’Ambasciata di Ungheria). Poeta, saggista e romanziere, Gospodinov si è imposto all’attenzione dei lettori italiani con due opere, Romanzo Naturale e Fisica della

malinconia, che segnano un discrimine nel modo di concepire il romanzo. Fisica

della malinconia è un vero e proprio labirinto, in cui il punto di vista della narrazione è quello del Minotauro, che ha una particolar­ità ovvero soffre di empatia e quindi vive le gioie, i dolori e i tormenti di ogni persona che incontra. Il romanzo diventa una sorta di Mille e una notte, in cui il protagonis­ta continua a raccontare storie, perché sa che nel momento in cui esse finiranno la sua condanna a morte verrà eseguita. Questa tensione, però, non ha nessuna funzione salvifica, ma più spesso obbedisce a un bisogno di catalogazi­one e conservazi­one. Si scrive oggi perché qualcuno tra centinaia di anni sappia cosa è accaduto.Tutta l’opera di Gospodinov possiede una profonda consapevol­ezza e audacia e rappresent­a un tentativo di arrestare il tempo in modo che ognuno abbia un ricordo, anche breve, che lo sottragga alla fine comune, ovvero essere una «semplice zuppa quantistic­a».

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