Corriere della Sera - La Lettura
Niente monete, neanche per i mendicanti
La differenza tra la storia e la preistoria consiste nel fatto che i nostri progenitori, che abitavano foreste e caverne, procedevano da scoperta a scoperta, senza mai chiedersi quale sarebbe stato il loro destino complessivo. Non erano infatti assolutamente interessati al Futuro ma soltanto al Presente e alle sue urgenze; il concetto di Storia era del tutto assente, come era ignoto il concetto di Progresso. La loro condizione non era dunque molto diversa dalla nostra, nel senso che anche noi ci muoviamo in un «presente continuo» e non riusciamo a trovare certezze, — politiche, istituzionali, culturali — su cui basare un percorso per il Futuro.
L’Unione europea è già in crisi prima di finire di nascere, la globalizzazione sembra più un’idea filosofica che una realtà di mercato, dopo il socialismo lo stesso capitalismo si è dimostrato incapace di gestire il proprio indotto, l’industrializzazione invece di creare (come si pensava nel secolo scorso) un mondo razionale, funzionale ed equilibrato, ha prodotto il suo esatto contrario, cioè un mercato caotico di 8 miliardi di persone, del tutto ingovernabili e imprevedibili.
In altre parole non siamo usciti dalla Preistoria per entrare nella Storia, ma viviamo piuttosto una condizio- ne neo-primitiva ad alto livello tecnologico, che significa libertà di pensiero e di comportamento, ma anche di eterna incertezza. Viviamo nell’epoca della Relatività Generale.
È legittimo allora chiedersi se esistono ancora oggi categorie di strumenti, famiglie di manufatti, generazioni di tecnologie che sono destinate a scomparire nei tempi brevi, sostituite da nuovi circuiti mentali e nuovi comportamenti umani. Tra questi moribondi vi sono sicuramente «i soldi» , intesi come monete e carte moneta; l’economia del futuro sarà caratterizzata da flussi immateriali movimentati da strumentazioni elettroniche; è impensabile che in un’economia mondiale continuino a ingolfarsi molecole di metallo o di carta; è impensabile che la ricchezza di una nazione o di un individuo continui a essere misurata con i numeri di euro in circolazione.
Dollari, sterline, yen, franchi svizzeri, renminbi cinesi, rupie, pesos, rubli, corone, won coreani, baht thailandesi, lire turche, dirham degli Emirati Arabi, real brasiliani e via elencando sono i protagonisti di una danza macabra, destinati a essere sostituiti dalle carte di credito, dai bonifici bancari, dalle monete virtuali di un grande Monopoli. Si lamenteranno di questa scomparsa i numismatici, gli archeologi (abituati a datare i territori sulla base delle antiche monete disperse) e forse se ne lamenterà il mendicante che tenderà invano la mano nella speranza di ricevere una monetina che non esiste più...