Corriere della Sera - La Lettura
Salvate il libro. È la nostra stele di Rosetta
Non è affatto insolito che i cambiamenti tecnologici e i mutamenti nelle tendenze culturali portino alla scomparsa di oggetti che un tempo avevano una precisa identità e funzione nella vita quotidiana. La lista degli strumenti sorpassati e resi superflui dal progresso tecnologico è assai lunga: sestanti, astrolabi, il regolo calcolatore — persino lo schedario rotante — tutti strumenti le cui funzioni oggi vengono espletate con maggior efficienza per mezzo delle nuove tecnologie.
Ma il libro, anche il libro è destinato a scomparire? Il futuro del libro sembra appeso a un filo sottilissimo. Da un lato, il libro che noi tutti conosciamo — il manoscritto — incarnava ai suoi tempi una rivoluzione tecnologica che, lasciando in disparte milioni di rotoli di papiro, aveva consegnato all’oblio tutti quei testi che non erano riusciti a compiere il passaggio da rotolo a codice. Nel mondo di oggi, il libro si ritrova soggetto a nuove pressioni, visto che le informazioni sono più velocemente fruibili in forma digitale su internet, ricorrendo a motori di ricerca come Google, che si sta rapidamente trasformando in uno degli stati transnazionali più importanti del pianeta. Questa potrebbe essere in realtà una cosa buona; dopo tutto, è molto più semplice mettere le Pagine Gialle in rete che portarsele a casa sotto forma di carta stampata. Ebook, Kindle e persino i pdf scaricati sul computer oggi ci offrono un sistema comodo e contenuto per accedere alle informazioni, alla letteratura e persino alla conoscenza.
Dall’altro lato, il manoscritto possiede qualità che potrebbero salvarlo. Innanzitutto, il libro è robusto: altro non è che scrittura visibile su uno sfondo di contrasto, la quale, come ha dimostrato la stele di Rosetta, potrà essere recuperata anche a distanza di millenni, se sopravvivranno i dizionari corrispondenti. La tecnologia digitale, nata dalla convergenza casuale di matematica, tecnologia industriale e silicio a basso costo — e databile a un preciso momento storico — non offre nessuna garanzia di futuro recupero, qualora si verificasse anche la minima interruzione nella trasmissione del sapere per più di tre generazioni, cosa che la lettura della storia ci conferma come lungi dall’essere impossibile.
Secondo, i libri sono oggetti fisici, con peso, consistenza e odore. Questo significa che tutti i libri invecchiano, recando con sé le tracce del passaggio da una mano all’altra. L’identità di un libro è unica, anche se parliamo di un solo esemplare tra milioni di copie stampate. È difficile credere che lasceremo i nostri amati tablet in eredità ai nipoti. Il futuro del libro non è garantito, ma il libro è troppo importante per essere condannato all’estinzione. ( traduzione di
Rita Baldassarre)