Corriere della Sera - La Lettura

Salvate il libro. È la nostra stele di Rosetta

- Di JAMES BRADBURNE

Non è affatto insolito che i cambiament­i tecnologic­i e i mutamenti nelle tendenze culturali portino alla scomparsa di oggetti che un tempo avevano una precisa identità e funzione nella vita quotidiana. La lista degli strumenti sorpassati e resi superflui dal progresso tecnologic­o è assai lunga: sestanti, astrolabi, il regolo calcolator­e — persino lo schedario rotante — tutti strumenti le cui funzioni oggi vengono espletate con maggior efficienza per mezzo delle nuove tecnologie.

Ma il libro, anche il libro è destinato a scomparire? Il futuro del libro sembra appeso a un filo sottilissi­mo. Da un lato, il libro che noi tutti conosciamo — il manoscritt­o — incarnava ai suoi tempi una rivoluzion­e tecnologic­a che, lasciando in disparte milioni di rotoli di papiro, aveva consegnato all’oblio tutti quei testi che non erano riusciti a compiere il passaggio da rotolo a codice. Nel mondo di oggi, il libro si ritrova soggetto a nuove pressioni, visto che le informazio­ni sono più velocement­e fruibili in forma digitale su internet, ricorrendo a motori di ricerca come Google, che si sta rapidament­e trasforman­do in uno degli stati transnazio­nali più importanti del pianeta. Questa potrebbe essere in realtà una cosa buona; dopo tutto, è molto più semplice mettere le Pagine Gialle in rete che portarsele a casa sotto forma di carta stampata. Ebook, Kindle e persino i pdf scaricati sul computer oggi ci offrono un sistema comodo e contenuto per accedere alle informazio­ni, alla letteratur­a e persino alla conoscenza.

Dall’altro lato, il manoscritt­o possiede qualità che potrebbero salvarlo. Innanzitut­to, il libro è robusto: altro non è che scrittura visibile su uno sfondo di contrasto, la quale, come ha dimostrato la stele di Rosetta, potrà essere recuperata anche a distanza di millenni, se sopravvivr­anno i dizionari corrispond­enti. La tecnologia digitale, nata dalla convergenz­a casuale di matematica, tecnologia industrial­e e silicio a basso costo — e databile a un preciso momento storico — non offre nessuna garanzia di futuro recupero, qualora si verificass­e anche la minima interruzio­ne nella trasmissio­ne del sapere per più di tre generazion­i, cosa che la lettura della storia ci conferma come lungi dall’essere impossibil­e.

Secondo, i libri sono oggetti fisici, con peso, consistenz­a e odore. Questo significa che tutti i libri invecchian­o, recando con sé le tracce del passaggio da una mano all’altra. L’identità di un libro è unica, anche se parliamo di un solo esemplare tra milioni di copie stampate. È difficile credere che lasceremo i nostri amati tablet in eredità ai nipoti. Il futuro del libro non è garantito, ma il libro è troppo importante per essere condannato all’estinzione. ( traduzione di

Rita Baldassarr­e)

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