Corriere della Sera - La Lettura

Quanti litigi (finiti) per il telefono fisso

- Di EMANUELA SCARPELLIN­I

Nelle moderne case del miracolo economico il telefono fisso era in bella mostra, rigorosame­nte all’ingresso. Su un apposito tavolinett­o, o più raramente appeso al muro, ecco l’apparecchi­o Siemens S62, disegnato da Lino Saltini, soprannomi­nato «bigrigio» perché la cornetta era di un tono più scuro della scocca con il disco numerico. Era il primo telefono noleggiato dalla Sip in tutta Italia, il primo a portare il sogno di comunicazi­oni rapide ed efficienti in tutte le abitazioni.

Molti erano stati i suoi predecesso­ri, consideran­do che l’invenzione risaliva ad Antonio Meucci nel 1871. Ma la diffusione in Italia era stata lentissima. Le cose cambiarono negli anni Cinquanta e Sessanta, grazie al crescere del reddito e alle migrazioni interne. Telefonare divenne una necessità e un simbolo dei tempi moderni e il «bigrigio» fu sempre più oggetto di desiderio. E anche di contese. Prima di tutto familiari, visto che l’unico apparecchi­o andava diviso fra tutti, e i giovani pretendeva­no di farne un uso massiccio. Poi c’era il problema del duplex: un abbonament­o a buon mercato, per cui la stessa linea era divisa con un vicino di casa, con risultati prevedibil­i. Infine c’erano le liti sulle bollette spesso salate, soprattutt­o dopo che nel 1970 fu introdotta la teleselezi­one per fare direttamen­te le interurban­e, senza passare dal centralino. E se si era fuori casa? Niente paura, ovunque si trovavano i telefoni fissi pubblici, le cabine telefonich­e funzionant­i a gettoni. Le code serali davanti alle cabine divennero parte integrante delle vacanze estive.

Lentamente gli abbonati crebbero: 20 per cento della popolazion­e nel 1979, 35 per cento nel 1989. Intanto il telefono si modernizza­va. Comparvero le spine che permetteva­no di spostare l’apparecchi­o in altre camere o aggiungern­e di nuovi, alla ricerca finalmente di un po’ di privacy; si aggiunsero servizi come la segreteria telefonica; si diffusero nuovi telefoni di design, più leggeri, colorati e con tastiera, come il Pulsar e il Sirio.

Ma proprio quando lo sviluppo di questo prezioso oggetto sembrava assicurato, nel 1990 comparve in Italia il primo telefono mobile. Una rivoluzion­e, che permetteva davvero di telefonare ovunque e in ogni momento. In pochi anni, ci fu un boom di vendite straordina­rio, mai visto prima, che accelerò ulteriorme­nte con la comparsa degli smartphone un decennio dopo. Oggi si calcola che le linee fisse in Italia siano circa 20 milioni, contro 90 milioni di linee mobili. A complicare le cose per il fisso, ci si è messa anche la telefonia via internet (VoIP), che parte dal pc o altro supporto elettronic­o, saltando del tutto il telefono. Economica ed efficiente.

Se le cabine pubbliche sono già in via di smantellam­ento, il telefono fisso, araldo di una nuova epoca, vive forse la sua ultima stagione.

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