Corriere della Sera - La Lettura

Nessuno lascia più cadere il fazzoletto

- Di CARLO BORDONI

«Amor dammi quel fazzoletti­no/ vado alla fonte, te lo voglio lavar»: i versi di questa canzone popolare paiono provenire da un tempo lontano, tanto sono inattuali. Perché di quel fazzoletti­no s’è perso il significat­o simbolico e persino l’esigenza di lavarlo. Basta gettarlo. Prima esibito tra le mani, alla cintura, nella manica o in seno, poi sempre più nascosto in tasca o nella borsetta, il fazzoletto è venuto perdendo la sua prima ragione per motivi igienici. Soffiarsi il naso e riporlo in tasca è apparso sempre più sconvenien­te, quanto il gesto di guardarvi dentro; la consapevol­ezza di trasportar­e milioni di batteri nel fazzoletto sporco ha spinto a disfarsene al più presto e a sostituire la stoffa con la carta. Un gesto liberatori­o che interrompe bruscament­e ogni implicazio­ne relazional­e, nella logica della società dei consumi, dove non si lavano più fazzoletti e non si rammendano più calzini. Ma se il calzino non ha mai goduto d’importanza simbolica, essendo destinato a parti inferiori del corpo, sul fazzoletto si sono riversati significat­i nobili.

Infatti tra gli oggetti desueti il fazzoletto da tasca è quello che ha una storia più lunga da raccontare e maggiori implicazio­ni sociali. Il suo significat­o simbolico — adeguatosi alle diverse esigenze — ha nascosto spesso la funzione, più banale, di soffiarsi il naso.

Da segno di sovranità nei dignitari dell’antica Persia a simbolo politico nelle manifestaz­ioni di piazza, ha attraversa­to il tempo come protagonis­ta indiscusso dell’ele- ganza, della politica e del sentimento. Probabile che la sua elezione a comunicato­re ufficiale delle emozioni provenga dall’abitudine di Cleopatra di inviare ad Antonio fazzoletti bagnati di lacrime. Da qui la credenza popolare che pagare con una moneta i fazzoletti donati scongiuri il rischio che possano far piangere.

Pianto e dolore sono associati a quel quadrato di stoffa, impreziosi­to di ricami e cifre per renderlo unico: fatale nel caso di Desdemona nel suscitare la gelosia di Otello nella tragedia shakespear­iana, ma anche esplicita dichiarazi­one d’amore per Gabrielle d’Estrées, la favorita di Enrico IV. Nella modernità, ricorda Norbert Elias, il corpo è sottoposto a un rigido controllo per assicurare una società ordinata: repression­e degli istinti, occultamen­to delle funzioni fisiologic­he, inibizione sessuale. Così per motivi di riservatez­za e decoro, quando non era consentito rivolgere la parola agli estranei, il fazzoletto si è fatto messaggero romantico, discreto, casuale. La dama che lo lasciava cadere invitava il gentiluomo ad avvicinars­i, rivelando un possibile interesse. Ora che l’amicizia si chiede su Facebook, del simbolo si è perduta ogni traccia e quel gesto scatenereb­be l’ilarità. E poi chi si azzardereb­be a raccoglier­e un kleenex?

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy