Corriere della Sera - La Lettura
Nessuno lascia più cadere il fazzoletto
«Amor dammi quel fazzolettino/ vado alla fonte, te lo voglio lavar»: i versi di questa canzone popolare paiono provenire da un tempo lontano, tanto sono inattuali. Perché di quel fazzolettino s’è perso il significato simbolico e persino l’esigenza di lavarlo. Basta gettarlo. Prima esibito tra le mani, alla cintura, nella manica o in seno, poi sempre più nascosto in tasca o nella borsetta, il fazzoletto è venuto perdendo la sua prima ragione per motivi igienici. Soffiarsi il naso e riporlo in tasca è apparso sempre più sconveniente, quanto il gesto di guardarvi dentro; la consapevolezza di trasportare milioni di batteri nel fazzoletto sporco ha spinto a disfarsene al più presto e a sostituire la stoffa con la carta. Un gesto liberatorio che interrompe bruscamente ogni implicazione relazionale, nella logica della società dei consumi, dove non si lavano più fazzoletti e non si rammendano più calzini. Ma se il calzino non ha mai goduto d’importanza simbolica, essendo destinato a parti inferiori del corpo, sul fazzoletto si sono riversati significati nobili.
Infatti tra gli oggetti desueti il fazzoletto da tasca è quello che ha una storia più lunga da raccontare e maggiori implicazioni sociali. Il suo significato simbolico — adeguatosi alle diverse esigenze — ha nascosto spesso la funzione, più banale, di soffiarsi il naso.
Da segno di sovranità nei dignitari dell’antica Persia a simbolo politico nelle manifestazioni di piazza, ha attraversato il tempo come protagonista indiscusso dell’ele- ganza, della politica e del sentimento. Probabile che la sua elezione a comunicatore ufficiale delle emozioni provenga dall’abitudine di Cleopatra di inviare ad Antonio fazzoletti bagnati di lacrime. Da qui la credenza popolare che pagare con una moneta i fazzoletti donati scongiuri il rischio che possano far piangere.
Pianto e dolore sono associati a quel quadrato di stoffa, impreziosito di ricami e cifre per renderlo unico: fatale nel caso di Desdemona nel suscitare la gelosia di Otello nella tragedia shakespeariana, ma anche esplicita dichiarazione d’amore per Gabrielle d’Estrées, la favorita di Enrico IV. Nella modernità, ricorda Norbert Elias, il corpo è sottoposto a un rigido controllo per assicurare una società ordinata: repressione degli istinti, occultamento delle funzioni fisiologiche, inibizione sessuale. Così per motivi di riservatezza e decoro, quando non era consentito rivolgere la parola agli estranei, il fazzoletto si è fatto messaggero romantico, discreto, casuale. La dama che lo lasciava cadere invitava il gentiluomo ad avvicinarsi, rivelando un possibile interesse. Ora che l’amicizia si chiede su Facebook, del simbolo si è perduta ogni traccia e quel gesto scatenerebbe l’ilarità. E poi chi si azzarderebbe a raccogliere un kleenex?