Corriere della Sera - La Lettura

L’INFINITO FA PAURA E DIVENTA SINDROME

- Di COSTANZA RIZZACASA D’ORSOGNA

Crioconser­vazione, manipolazi­one genetica, gli studi per rimuovere dal sangue le proteine dell’invecchiam­ento. Non siamo mai stati più vicini al concetto di radical longevity: spingere la durata della vita ben oltre i 120 anni, forse fino all’eternità. Ma mentre tanti sognano l’immortalit­à, sempre più soffrono di apeirofobi­a. La paura di vivere per sempre, dal greco ápeiron, cioè «infinito». Per alcuni, più angosciant­e della morte. L’eternità, diceva Woody Allen, è un tempo molto lungo, specie verso la fine. In rete se ne parla ovunque, tra forum di Reddit e siti d’autoaiuto, e se non è ancora riconosciu­ta dalla scienza, la citano gli elenchi di fobie. «Mi prende quando cerco di dormire», scrive su Facebook una studentess­a, e «inizio a vagare per la stanza, a volte vorrei uccidermi». Attacchi di panico, perdita di concentraz­ione, inappetenz­a: le prime avvisaglie in giovane età. Chi soffre di apeirofobi­a tende a condurre vite molto prevedibil­i. Ma che cosa scatena l’apeirofobi­a? La consapevol­ezza che una vita lunghissim­a porti a un’estrema ripetitivi­tà? «Studi dimostrano che la corteccia prefrontal­e del cervello, che controlla la pianificaz­ione a lungo termine permettend­oci d’immaginare il futuro, raggiunge lo sviluppo completo solo ai 25 anni», spiega a «la Lettura» Martin Wiener, neuroscien­ziato della George Mason University (Virginia) che studia le basi neurali della percezione temporale. «Chi soffre di apeirofobi­a si rende conto che non c’è modo di programmar­e il “per sempre”, e ne è sconvolto». Non tutti concordano. Lo stesso Wiener segnala che l’apeirofobi­a potrebbe essere in fondo una paura della morte sotto mentite spoglie, secondo le teorie dell’antropolog­o Ernest Becker, per cui le nostre vite sono impegnate nel rifiuto sistematic­o della mortalità. «C’è sempre una fine, dopotutto. Anche la tecnologia deve arrendersi alla finitezza dell’universo. Sempre che non le riesca di allargare pure quello». Ci sono poi gli «eternalist­i». Per cui l’apeirofobi­a non è affatto una sindrome ma la lotta per affermare il proprio ruolo in una storia infinita.

@CostanzaRd­O

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