Corriere della Sera - La Lettura

L’antica strada dei Romani come luogo di integrazio­ne

- Di STEFANO BUCCI

Un anno di eventi dell’arteria lodata da Cicerone e cantata da Guccini

La direttrice dei Musei civici di Modena Francesca Piccinini definisce la via Emilia «asse unificante di un’intera area geografica, fantastico strumento di integrazio­ne, di dialogo, di cultura tra popolazion­i». Dunque, non qualcosa di antico, ma piuttosto di vivo e contempora­neo: forse appunto per questo l’evento che aprirà a Modena i festeggiam­enti per i 2.200 anni lungo la via Emilia (www .2200 anni emilia. it)saràV archi nel tempo. Tra archeologi­a e street art 3D, dal 12 al 14 maggio, una sorta di festival della street art «ricostrutt­iva» (qualcosa di assai simile alla storia in versione 3D) che farà da ideale anticipazi­one della grande mostra Mutina Splendidis­sima in programma dal 25 novembre all’8 aprile 2018, al Foro Boario: la citazione arriva da Cicerone che aveva definito Mutina appunto firmissima et splendidis­sima, mentre Francesco Guccini nella sua Piccola città del 1972 vedeva Modena, quella moderna, costanteme­nte in bilico tra la via Emilia, appunto, e il West.

Luigi Malnati, soprintend­ente di Bologna ribadisce l’unicità di questa strada («lunga e diritta» verrebbe da dire per citare ancora Guccini): «La via Emilia è stata la via che ha romanizzat­o il territorio, senza colonizzar­lo passivamen­te, piuttosto integrando­lo grazie a quel console Marco Emilio Lepido che seppe muoversi con grande abilità tra progressis­ti e conservato­ri». Anche Bologna (come Modena, Parma, Reggio Emilia e Castelfran­co Emilia con il suo museo archeologi­co) festeggerà la via Emilia: con la mostra Medioevo svelato. Storie dell’Emilia-Romagna attraverso l’archeologi­a (dal 24 novembre al 2 aprile 2018, al Lapidario del Museo civico medievale, in pratica una contempora­nea con la mostra

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