Corriere della Sera - La Lettura
E IL FIGLIO DI VENERE DIVENNE CRISTIANO
Se c’era qualcosa che andava cercando Enea, erano pace e tranquillità. Invece, a partire dalla fuga da Troia in fiamme, dimentica per strada la moglie (che peraltro doveva essere ben arrendevole, perché non lo rimprovera nemmeno quando gli appare in visione), a capo di un gruppo di sbandati come lui, prova invano a metter radici in Tracia, prima, a Creta poi, in altre isole ancora e infine a Cartagine, dove — complice un’improvvisa pioggia e una ospitale caverna — arriva a un passo dal metter su famiglia con la locale regina, Didone, anch’ella rimasta vedova, ma non per distrazione.
Proprio sul più bello però Venere, sua madre, lo richiama al compito assegnatogli dal destino, fondare una nuova città in Italia, progenitrice di Roma. Con il coraggio tipico dei maschi che non sanno districarsi nelle complicazioni sentimentali, Enea se la batte di nascosto, vergognandosi appena un po’. Finalmente, sbarca in Italia, dove gli tocca pure combattere una guerra — sempre per questioni di donne — di cui proprio non avrebbe voluto sapere nulla. Così ci racconta Virgilio di Enea, mentre altre tradizioni, risalenti ai poemi omerici lo fanno viaggiare molto meno, solo fino alla Troade, nell’Anatolia del nord, dove avrebbe tranquillamente fondato un regno, senza troppe complicazioni.
Con ogni probabilità, se fosse esistito davvero, Enea avrebbe scelto per sé questa seconda biografia; invece, la sua fama postuma è tutta dovuta al profilo di antieroe e pasticcione sentimentale che ci ha consegnato l’Eneide virgiliana. Con una sorta di ulteriore paradosso: quelli che agli occhi degli antichi potevano sembrare difetti, nel nuovo mondo spirituale inaugurato dal cristianesimo divennero pregi: l’incapacità di sottrarsi al destino, si trasforma in ubbidienza al disegno della provvidenza; la fuga da Didone, in pentimento e ritrovata castità; il pius Enea si trasformò così in un prototipo del santo cristiano.
Oggi, però, è tempo di riscoprire il suo vero desiderio: un posto dove stare in pace e tranquillità.