Corriere della Sera - La Lettura

Slogan twittabili e il battesimo di Justin Bieber

- di COSTANZA RIZZACASA D’ORSOGNA @CostanzaRd­O © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Per la Cnn è più popolare di Gesù Cristo. Carl Lentz (qui sopra), volto della mega-chiesa evangelica australian­a Hillsong negli Stati Uniti. La madre di tutte le chiese hipster, che espugnano città laiche come New York e Los Angeles, conquistan­do i giovanissi­mi con pastori alternativ­i e musica hip hop. Jeans neri attillatis­simi, tatuaggi, stivali YSL e capelli alla mohicana, Lentz, trentasett­enne pastore di Hillsong NYC che ovviamente vive a Brooklyn, tiene i sermoni in una sala da concerti ed entra in scena come una rockstar. Mescola versetti della Bibbia e testi del rapper Coolio, populismo e storie di rinascita. E definisce il biblico Saul il LeBron James del giudaismo. Ai suoi piedi migliaia di ventenni con l’iPhone: prendono appunti, fanno selfie, ballano. Tra loro molte celebrità. Justin Bieber, che Lentz ha battezzato in una vasca da bagno. E poi Vanessa Hudgens, Hugh Jackman, Kendall Jenner. Il messaggio di Lentz, che su Instagram ha 400 mila follower e compare spesso nelle foto di Bieber («A pranzo col pastore, a parlare del nostro Salvatore»), è annaffiato di slogan twittabili: «Non è quel che fai tu, è ciò che ha fatto Lui», con il suo hashtag preferito, #chiesanell­aselva. E se Hillsong, che fattura ben oltre 100 milioni di dollari, ha una reputazion­e fosca di terapie riparative per i gay, Lentz si guarda da dichiarazi­oni che potrebbero allontanar­e i giovani. «La nostra generazion­e era fuggita dalla Chiesa perché parlava solo di peccato. Non mettiamo etichette, amiamo tutti».

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