Corriere della Sera - La Lettura
I dieci comandamenti
Alza lo sguardo verso il Signore Ti libera dalle angustie terrene
Non calcolare senza tregua quanto guadagnerai, non ostinarti nel reclamare quel centimetro in più di potere e di visibilità, non insistere se un sentimento non è contraccambiato, se una relazione termina prima del previsto, non arrovellarti se il successo non ti arride, non pretendere di piacere a tutti i costi, non intestardirti nel possesso del nuovo modello di auto, dei jeans di moda, di quel trucco che promette miracoli. Non fissare lo sguardo sempre solo in basso, nell’immanenza dove i tuoi occhi rischiano di passare incessantemente da un idolo all’altro: dai soldi al potere, dal possesso all’apparenza. Non idolatrare quel che ti sta intorno, non lasciare che la tua vita sia dispersa fra miriadi di divinità, che finiscono per schiavizzarti subdolamente.
Alza lo sguardo, perché vista da quell’altezza la tua vita cambia. Volgi gli occhi in alto, non per cercare astri, e farti altri idoli, ma per respirare la libertà dell’infinitamente Altro, per entrare in relazione con il Dio Unico, che ascolta e risponde, che anzi parla. E dice in ebraico: Anochì, io sono. «Io sono l’Eterno, tuo Dio, che ti ha fatto uscire dall’Egitto, dalla casa della schiavitù». E dice ancora: «Non avrai altri dèi di fronte a me».
È invalsa l’espressione «dieci comandamenti», mentre letteralmente sono le «dieci parole», trascritte sulle tavole. Si condensa nel decalogo un’etica straordinariamente semplice e rigorosa la cui attualità non è mai venuta meno. Ma nelle prime parole, le più sublimi, le più sovversive, è contenuto il messaggio della rivoluzione monoteistica.
Non servire elohìm acherìm, « al tr i dèi», non idolatrare il Denaro, e tutta la miriade di muti feticci che rischiano di infestare il tuo mondo, che ti spingono a chiuderti tragicamente in te stesso, senza trovare la via della liberazione. Esci da questa schiavitù pagana, riemergi dalla depressione, sollevati dall’angoscia. Egitto si dice Mitzraim e significa «luoghi angusti»: non rappresenta solo l’oppressione, ma indica anche métzer, l’angustia che toglie il respiro.
Il Dio Unico, che interviene nella storia, desacralizza il mondo, chiede di affrancarsi dagli dèi mitici — ogni giorno. Esige una risposta. E non bisogna confondere «altri dèi» con gli «dèi degli altri». Nessuna violenza c’è qui. Ma certo una sfida. Rispetto all’universo pagano, che pullula di dèi, è preferibile persino l’ateismo. Perché dubbio, solitudine, rivolta devono già esser stati attraversati prima di volgersi al Dio Unico.
Non avrai altro Dio all’infuori di me