Corriere della Sera - La Lettura
La danza dei film intorno a Nureyev
Due biopic in lavorazione per il doppio anniversario del 2018. E un balletto al Bolshoi, dove non si esibì mai
Operazione Nureyev. Alla vigilia del doppio anniversario (nel 2018 ricorreranno gli 80 anni della nascita e i 25 della morte del ballerino russo), il cinema e la danza si contendono la leggenda del divo Rudolf. Ed è gara nel trovare chi possa emulare oggi il carisma magnetico, la tecnica poderosa, il sex appeal selvaggio del Tartaro Volante, entrato con clamore nella storia a 23 anni con la defezione dall’Urss di Krusciov, nel 1961 a Parigi. Una vita romanzesca da eroe byroniano, iniziata su un treno in corsa per Vladivostok e dominata da un talento debordante e ribelle che lo portò a vivere da iconoclasta (non tradì mai, però, la tradizione del balletto zarista), stroncato dall’Aids a 54 anni.
Conquistato dal mito, l’attore britannico Ralph Fiennes torna a cimentarsi da regista nel film The White Crow (Il corvo bianco) basato sulla biografia di Julie Kavanagh Rudolf Nureyev: The Life. «È la storia di uno spirito irriducibile, di ideologie che schiacciano e di un’amicizia», ha anticipato Fiennes. Scritto da David Hare e prodotto da Gabrielle Tana, avrà per protagonista il ventunenne russo Oleg Ivenko, danzatore dell’Opera di Kazan, e vedrà nel cast la stella del balletto Sergei Polunin e l’attrice Adèle Exarchopoulos (nel ruolo di Clara Saint, l’amica che introduce Nureyev nel bel mondo parigino). Le riprese inizieranno quest’estate e avranno tra le location il Teatro Mariinskij di San Pietroburgo e l’Opéra Garnier a Parigi, dove Nureyev fu direttore del Ballet nell’epilogo della car- riera. Sullo stesso set parigino lavoreranno anche le cineprese del film concorrente, Rudolf Nureyev, biopic del regista Rodolphe Marconi che mette a fuoco la vita e la visione del ballerino, dal salto in Occidente agli incontri con Yves Saint Laurent, Clara Saint e Margot Fonteyn, scegliendo di sdoppiare il protagonista in due interpreti: il venticinquenne solista del Mariinskij, Vasily Tkachenko, per gli anni giovanili, l’attore Àlex Brendemühl per la maturità. La lavorazione del film (budget da 9 milioni di euro) inizierà il 26 giugno e sarà girato, in parte, anche al Royal Ballet di Londra.
Ma la notizia più sorprendente arriva da Mosca, dove il soviet negli anni Sessanta bollò Nureyev come traditore. Ora il Balletto del Bolshoi (con cui non danzò mai Rudolf, che fu invece stella del concorrente Mariinskij) lo riabilita dedicandogli addirittura uno spettacolo nuovo di zecca in due atti: Nureyev, su musica di Ilya Demutsky, coreografia di Yuri Possokhov che firma anche il libretto con Kirill Serebrennikov, regista e scenografo della produzione al debutto mondiale l’11 luglio sul palcoscenico storico del Bolshoi (è lo stesso team creativo di Hero of Our Time, vincitore della Maschera d’Oro). Grande favorito per il ruolo principale è l’ucraino Artem Ovcharenko, 30 anni, étoile della compagnia di cui è testimonial negli spot al cinema e già protagonista del docufilm trasmesso dal canale Bbc2 Rudolf Nureyev. Dance to freedom, regia di Richard Curson Smith, uscito sei mesi fa.