Corriere della Sera - La Lettura
Il pollice in bocca, la mano nella testa Con i pupazzi emoziono i bambini
«La mia professione? Mi chiami pure “pupazzaro”. Sono l’uomo che muove i pupazzi, non esistono altre definizioni». Mattia Dal Bianco è una delle colonne invisibili degli Alcuni, compagnia teatrale trevigiana, anche casa di produzione di serie cartoon. Polpetta e caramella, La bella era addormentata nel bosco, ma…, La gatta con gli stivali: Mattia, anch’egli trevigiano, 34 anni, è dietro le quinte (o sotto, dipende dai punti di vista) di molti spettacoli degli Alcuni che debuttano al teatro Sant’Anna del capoluogo della Marca per poi prendere la strada di tanti palcoscenici italiani. «Durante le rappresentazioni — spiega — i pupazzi dialogano con gli attori in carne e ossa. La cosa più difficile è l’interpretazione, dal momento che posso far muovere solo la bocca e la testa. Per comunicare le emozioni è innanzitutto utile la base musicale. Poi posso simulare fuga, tremori, assalti, corse, risate. Ma certo l’espressione del volto è immutabile, quindi l’impresa non è facile. La mia più grande soddisfazione è quando i ragazzini dicono: sembrano vivi». Mattia anima i più noti personaggi degli Alcuni, dai Cuccioli (Cilindro, Diva, Portatile, Senzanome, per esempio), realizzati per il teatro da Laura Fintina, a capo dello staff artigianale del gruppo. «La posizione nella quale lavoro — spiega Mattia — è un po’ scomoda e innaturale, un’altezza medio-bassa aiuta. Il pollice è infilato nella mandibola dei pupazzi e il resto della mano muove la testa. Non posso vedere il risultato ma lo intuisco quando ascolto le urla di spavento dei piccoli all’ingresso di Maga Cornacchia, la cattiva più famosa. Allora capisco che con pochi movimenti ho trasmesso un’emozione».