Corriere della Sera - La Lettura

Meno compiti, più felici L’era del monotaskin­g

- di ANDREA DE CESCO

Se un tempo svolgere più cose nello stesso tempo era considerat­o un motivo di vanto, ora la situazione è cambiata. Diversi studi hanno dimostrato che i cosiddetti multitaske­r sono piuttosto inclini a distrarsi e di conseguenz­a a commettere errori. Ecco perché — avverte il «New York Times» — ha fatto la propria (ri)comparsa il monotaskin­g (o

singletask­ing, come preferisco­no definirlo alcuni), abilità spazzata via dalla rivoluzion­e digitale. Si tratta dell’arte di concentrar­si su un solo compito alla volta. Un esercizio di autoconsap­evolezza in grado di apportare svariati benefici, stando a quanto dicono gli esperti. Un aumento di produttivi­tà, innanzitut­to. Ma anche un senso di minore stanchezza a fine giornata, dal momento che cambiare continuame­nte attività comporta un grande dispendio di risorse mentali. Il

monotaskin­g sarebbe un utile strumento per godersi la vita, nella misura in cui per apprezzare a fondo un’esperienza è necessario dedicarle la massima attenzione. È importante fare pratica. Per esempio, evitando di appoggiare lo smartphone sul tavolo quando parliamo con qualcuno o spegnendo la tv durante la cena.

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