Corriere della Sera - La Lettura
Yue Yin danza con i cinque elementi
L’artista nata a Shanghai sta preparando a Collegno, nel Torinese, lo spettacolo che debutterà in giugno a New York e porterà in Italia. «Sento dentro di me l’energia della natura»
Il suo nome è Yue. Yue Yin. Ma da quando, nel 2008, questa volitiva trentaquattrenne di Shanghai ha messo piede negli Stati Uniti, la sua anagrafica si è capovolta: Yin (nome) Yue (cognome). Così anche la sua identità è rinata a nuova vita. «Perché, in quest’ordine, il mio nome in cinese assume il significato di “musica”. Sembra ci sia un destino in quanto è accaduto. Il mio mestiere di coreografa è intimamente legato alle note», racconta Yin Yue a «la Lettura».
Le foto scattate a Manhattan la ritraggono come un’enigmatica amazzone: mentre solleva una gamba con slancio da arte marziale, i lunghi capelli frustano l’aria e sull’addome nudo si delinea una «tartaruga» ben scolpita. Con la stessa energia combattiva la sua danza si tende ad arco tra Oriente e Occidente. «La cultura — spiega — gioca un ruolo determinante nello sviluppo della tecnica che ho elaborato e chiamato FoCo (Folk-Contemporary). L’Occidente è presente nel minimalismo contemporaneo e concettuale, la Cina si riflette nell’approccio circolare che lega un aspetto all’altro, nel senso della polarità tipica del tai chi, nella molteplice lettura dello stesso elemento».
Di origine mongole, Yin Yue ha iniziato a studiare danza a quattro anni. «A Shanghai ho coltivato una formazione che integrava balletto, folclore e danza classica cinese che contiene, anch’essa, elementi popolari. Al college ho studiato modern dance. Ma non mi bastava apprendere lo stile di Martha Graham, avevo bisogno di calarmici dentro». Ha seguito il consiglio di un’insegnante: lasciare la Cina per New York dove, dopo il diploma alla Tisch School, ha deciso di rimanere creando la propria compagnia e il metodo FoCo: «Ho cercato di sviluppare qualcosa che mi appartiene e in cui la tradizione della Mongolia si innesta nel contempo- raneo. Nella mia tecnica ho tradotto, nel corpo e nella sua dinamica, il sistema dei cinque elementi del qi, l’energia vitale che, secondo la medicina tradizionale cinese, governa il calore fisico. Inizio dai piedi, che sono la Terra, quindi passo all’elemento del Legno che rappresenta il centro di gravità, poi all’Acqua, simbolo di fluidità e resistenza, fino al Metallo che è dinamismo, per giungere al Fuoco, la velocità. In ogni elemento c’è una scala di tre livelli di intensità».
Da tre settimane Yin Yue è al lavoro nella piemontese Lavanderia a Vapore, a Collegno, per trasmettere il suo linguaggio ai danzatori del Btt, il Balletto Teatro di Torino diretto da Loredana Furno e da Viola Scaglione, per cui sta creando una nuova coreografia su musica originale di Giovanni Sollima. Il titolo Con Diviso è un calembour che gioca con l’idea di unione e separazione. «È un misto di pensieri. Il movimento sviluppa coppie di opposti: interno/esterno, insieme/solo. Coinvolgo i danzatori nel processo artistico, nella poetica e nello stile partendo da una frase coreografica».
Lo spettacolo, selezionato da Idaco - Italian Dance Connection, debutterà il 4 giugno al Baruch Performing Art Center di New York e approderà in Italia nella stagione del Btt alla Lavanderia, il 24 febbraio 2018, con musiche eseguite dal vivo dal duo pianistico Biondi-Brunialti. «In questa nuova produzione — conclude l’autrice — devo modellare il mio lavoro su una partitura composta ad hoc, il che costituisce, allo stesso tempo, un limite e una grande libertà. La musica di Sollima è molto diversa dal genere che solitamente uso; nonostante ciò ho cercato nella mia coreografia punti di contatto ed elementi complementari. Così questa partitura mi conduce lontano dalle strade battute. È una sfida che illumina il cammino».