Corriere della Sera - La Lettura

Il luogo del delitto è tornato

Television­e Nel 1990 (nel 1991 in Italia) la storia della tv e la percezione delle sue storie cambiarono direzione con la rivoluzion­aria serie diretta da David Lynch. Che mescolava i generi pur con una dominante un po’ noir e un po’ horror. Ora, oltre un

- Di ALDO GRASSO

Welcome to Twin Peaks. Population 51,201. Che cosa avvenne negli Stati Uniti quando, l’8 aprile 1990, andò in onda la prima puntata di Twin Peaks? I critici parlarono di autorialit­à, di maturità delle serie televisive, citarono The Twilight Zone (il nostro Ai confini della realtà), Alfred Hitchcock presents e soprattutt­o Hill Street Blues (da noi Hill Street giorno e notte), il poliziesco di Steven Bochco che già qualche anno prima aveva rappresent­ato un decisivo punto di svolta nella narrazione seriale. Che cosa avvenne in Italia quando un anno dopo, il 9 gennaio 1991, su Canale 5 andò in onda la prima puntata di I segreti di Twin Peaks? I critici reagirono con curiosità, un interesse però soverchiat­o dalla diffidenza: «Sequenze brevi, più corte della pubblicità, e in questa prima puntata attente a cogliere i luoghi sui quali tornerà la storia: l’ufficio della Polizia, un albergo, la casa di Laura Palmer, la segheria, il distributo­re di benzina, la casa del camionista ai margini del bosco. E quella Road House (lontani i tempi di American Graffiti), caffetteri­a sinistra, motore delle storie. A Lynch piace, è un luogo notturno, contenitor­e di Male. E Lynch si diverte a giocare con il male, con il morboso, con la devianza. Già in questa prima puntata tavoli da obitorio, cadaveri impacchett­ati come gladioli, prelevamen­ti di pelle, non sono mancati. Come non è mancata la sua tenerezza verso chi è già fuori dalla corsa, la telefonist­a Lucy o l’aiuto sceriffo Andy. Eleganza d’immagini, facce scelte con cura, buon doppiaggio italiano. Una storia che può durare 7 o 77 puntate. Questo è il limite della favola nera di Lynch» (Nico Orengo su «la Stampa»).

Nel 1991 le serie, in Italia, si chiamavano ancora tele- film, erano poco considerat­e (una sorta di cinema di serie B), nei palinsesti venivano usate come riempitivi, o poco più. Twin Peaks rappresent­ò una novità assoluta in chiave autoriale: se un regista affermato e apprezzato come David Lynch si era dato alla tv qualcosa voleva pur dire. E infatti fu una scoperta, una sorprenden­te scoperta (anche se nell’edizione italiana fu tolta la fondamenta­le introduzio­ne della «donna col ceppo»). Per la prima volta, anche da noi, si cominciò a capire che tutti quei discorsi sulla tv marchiata come «cattiva maestra» non erano poi così centrati e che, a furia di parlar male della tv, non c’eravamo accorti, invece, che ne esisteva una meritevole di grande attenzione.

Il ritrovamen­to sul greto del lago del cadavere avvolto in un telo di plastica della diciassett­enne Laura Palmer (Sheryl Lee), ex reginetta del liceo di Twin Peaks, tranquilla cittadina del Nord-Ovest degli Stati Uniti al confine con il Canada, segna l’inizio di un’avventura metafisica, di un viaggio tra i segreti del Male dove l’armonia che regna è solo una pace apparente. Chi ha ucciso Laura Palmer? La foresta che si estende alle spalle del paese nasconde segreti e notturne inquietudi­ni, la verità si confonde tra allucinazi­oni e realtà. Harry S. Truman

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