Corriere della Sera - La Lettura
L’orgoglio ritrovato di Torino nell’edizione numero 30
Quest’anno più che mai è il Salone di Torino. Perché, per festeggiare i trent’anni nell’edizione più complessa, dopo la diaspora dei grandi gruppi e dell’Aie verso Milano e la nascita di Tempo di Libri, tutta la città ha risposto alla chiamata dei vertici. Dal 18 al 22 maggio va in scena la rassegna del libro e, insieme, l’orgoglio di una città. «Ho un contratto per tre anni, ho intenzione di rimanere a Torino» ha detto con una battuta il direttore Nicola Lagioia facendo ben capire lo spirito con cui affronta questa avventura insieme al presidente Massimo Bray, al vicepresidente Mario Montalcini, alle istituzioni e a tutta la Fondazione per il libro, la musica, la cultura. Un’edizione nata stringendo tante alleanze in città e fuori: con la scuola Holden, con Narrazioni Jazz, con oltre settanta festival sparsi in tutta Italia, solo per citarne alcune. I 1.200 eventi legati dal filo rosso del titolo, «Oltre il confine», si svolgeranno ovunque, non solo nei 45 mila metri quadri di superficie del Lingotto: al mercato della carne di Porta Palazzo, sul balcone di Palazzo Madama, al parco del Valentino, all’osservatorio astronomico, nei musei cittadini. Il Salone Off è una sorta di «Salone parallelo», con oltre 500 eventi in tutta la città (il Lingotto chiude alle 20), molti dei quali alla ex Incet, che fino al 1968 è stata una fabbrica di cavi elettrici. Così il trentesimo Salone sarà un mix di pop riempisale (l’incontro Littizzetto e De Filippi per esempio), di tradizione e di sperimentazione (sopratutto musicale). Ci saranno riflessioni sull’America (Paese ospite) e sulla sua letteratura, sui temi forti dell’attualità, dall’Europa all’Italia del terremoto. Il tutto declinato in sezioni dai titoli evocativi come L’età ibrida, Il futuro che non crolla, Romanzi impossibili. E il calendario di reading in collaborazione con il Centro per il Libro e la Lettura che coinvolgerà circa ottanta scrittori. Una Festa mobile che da Torino non sembra volersi spostare. (cristina taglietti)