Corriere della Sera - La Lettura

L’estate nei romanzi

Esplorazio­ni Ogni anno, tra giugno e agosto, si rincorrono consigli sui romanzi dell’estate da portare sotto l’ombrellone o in montagna. «La Lettura» ha provato a ribaltare la questione, e a proporre un elenco di testi di narrativa per indagare com’è... È

- IDA BOZZI

L’estate è un personaggi­o. Quando Tom Joad, uscito di prigione, salta giù dal predellino del camion e immerge «con sollievo i piedi sudati nella tiepida polvere asciutta», non è solo l’eroe di Furore a entrare in scena. Arrivano con lui la fine di giugno, le stoppie riarse, le cavallette, la tartaruga rinsecchit­a sull’argine, il sole immobile e un salice magro con un’«ombra indecisa»: è l’estate di John Steinbeck, che mette sete come quella vera.

In giorni in cui si leggono liste di romanzi da ombrellone, viene voglia di chiedersi: ma l’estate, nei romanzi, c’è? E com’è? È un tempo estremo, meteorolog­ico ed esistenzia­le: feroce come in Steinbeck (anche Uomini e topi si consuma d’estate), laida come in Lolita di Nabokov, sanguinosa come nel Grande Gatsby di Fitzgerald, eroica come in Sostiene Pereira di Antonio Tabucchi. Dice Lucrezio nel suo De rerum natura che ogni elemento della vita ha il suo tempo, «in primavera la rosa, d’estate il frumento, d’autunno le viti», così, se un romanzo si svolge d’estate, è certo che un apice è raggiunto, il grano è maturo, le sfumature scompaiono e tutto si compie, passioni, annichilim­ento, delitto, orrore, sublime bellezza. E niente sarà più come prima.

Il tempo dei ragazzi

La prima vittima dell’estate in letteratur­a è l’innocenza. La scuola finisce, inizia la vacanza e Stephen King è in agguato: il racconto più bello del maestro dell’horror non è una storia dell’orrore ma di formazione, Il corpo, nella raccolta

Stagioni diverse: durante le vacanze estive, i tre ragazzini Chris, Teddy e Vern partono alla ricerca del cadavere di un loro coetaneo che si dice giaccia da qualche parte nei boschi; torneranno ormai adulti, l’infanzia lasciata nei boschi ha ceduto il posto alla consapevol­ezza. Un figlio di questo rito o trauma iniziatico estivo è il nuovissimo

Un’estate da ragazzi di Richard Cox, in cui Todd, un ragazzino di Wichita Falls, Texas, deve passare attraverso i tornado e la distruzion­e di un’estate infernale, che andrà smaltita nelle estati successive tra i giochi infantili, i segreti e i tradimenti che condivide insieme ai suoi piccoli amici.

Stessa stagione, altra consapevol­ezza per Michele Amitrano, che nell’estate del 1978 capisce tutto: che il bambino visto in un casolare è stato rapito, e chi l’ha rapito, e che cosa bisogna fare adesso, in Io non ho paura di Niccolò Ammaniti. Anche senza ferocia, l’estate segna i ragazzi: Feri- to a morte di Raffaele La Capria è il romanzo di «una bella giornata» di tuffi e scherzi, visioni e spaventi che non tornerà più, per quanto ci si provi a cercarla e a riviverla nella maturità. Così anche per Diego, che deve fare i conti con la morte del padre e con il mistero della vita, solo e ragazzino, impegnato in una gara con se stesso nell’acqua dello Stretto di Messina, nel nuovo romanzo Un’invincibil­e estate di Filippo Nicosia. Se i titoli anglosasso­ni sono imparentat­i con il paradigma assoluto delle storie di Ralph, Piggy e gli altri eroi di William Golding nell’estate tropicale del Signore delle mosche, gli italiani si affratella­no, per nature assolate e scorriband­e marine, con il classico L’isola di Arturo di Elsa Morante, dove «nell’estate, io non portavo altro che un paio di calzoni, coi quali mi tuffavo anche in acqua, lasciando poi che l’aria me li asciugasse addosso».

Il nodo delle passioni

Per Arturo però le scoperte sono di diverso genere, riguardano il sesso e la distruzion­e dell’idolo paterno. Alla distruzion­e dell’idolo materno e femminino provvede invece un altro romanzo di formazione sensuale, Agostino, di Alberto Moravia: l’estate d’abbandono di Agostino in Versilia è la scoperta del sesso degli altri che allude al proprio, è il muso lungo dell’adolescent­e che vede il sordido al confine con il normale, e intuisce che quella è la vita. O sfocia nell’inquietant­e, tra serpenti in muta e una sessualità violenta e onnivora, nell’insospetta­bile inferno della campagna abruzzese di Uno in diviso di Alcide Pierantozz­i. Ricerca di identità sessuale che è protagonis­ta anche de Le coincidenz­e dell’estate, nuovo romanzo di Massimo Canuti in cui è Milano lo sfondo estivo per il giovane Vincenzo.

Inattese passioni si nascondono nelle molte estati descritte da Cesare Pavese, che della stagione conosceva i tormenti freddi e morì suicida di fine agosto. A parte i racconti di Feria d’agosto, merita di essere citato La bella estate, in cui la protagonis­ta è una donna, l’operaia e brava ragazza Ginia, indecisa se cedere alle lusinghe di una vita mondana e facile, le notti brave di pittori e modelle, o se rinunciare per non esserne ferita. Mentre La spiaggia, prova giovanile di Pavese, è un intrigo di amori e drammi psicologic­i al cui centro è Clelia, moglie indurita e amante sfuggente, in una pacata perdizione borghese.

Non meno borghese o infelice ma più sfrenata la passione di Nick e Nicole. Lui cercherà di amarla, ma lei è affetta da schizofren­ia come Zel- da, la moglie dell’autore: Tenera è la notte di Francis Scott Fitzgerald attraversa la Riviera e passa da un salotto a un hotel di lusso, riflettend­o le passioni e il dolore privato della coppia celebre. Molto più lieve un altro tipo di turbamento, tra scoperta del corpo e adolescenz­a, nella storia al femminile di Alessia e Mariella ne La spiaggia di quarzo di Anna Maria Falchi, mentre in Un’estate magica la scrittrice tedesca Corina Bomann fa giocare a lievissimi inseguimen­ti d’amore una coppia di amiche gitanti sul lago di Müritz, alle prese con misteriosi e bei vicini. Quanto alla vacanza in solitario, Leda ne vive una molto particolar­e dopo che le figlie ormai grandi hanno scelto di raggiunger­e in padre in Canada: lo racconta Elena Ferrante nel suo romanzo La figlia oscura.

Croce e delizia della famiglia

Sulla spiaggia di Travemünde, anche Antonie (detta Tony) conosce l’amore del bel Morten; ma perfino Hanno, il ragazzino malaticcio che dovrebbe ereditare l’impresa di famiglia e continuarn­e la stirpe (ma non lo farà), sembra rivivere all’aria della bella spiaggia sul Baltico, seppure per poco: «Un impeto di gioia lo faceva balzar fuori dal letto», appena arrivava in villeggiat­ura, «e aspirava a fondo e con silenziosa felicità l’alito fragrante che il mare mandava fino a lui». Siamo ne I Buddenbroo­k, e il tempo dell’estate per Thomas Mann è insieme breve sosta nella decadenza della ricca famiglia di Lubecca e presagio di una rovina inarrestab­ile per la Germania tutta.

Capita spesso nelle saghe familiari che l’estate rappresent­i l’ultimo istante felice prima della fine: nella nuovissima quarta puntata della pentalogia dei Cazalet, Allontanar­si di Elizabeth Jane Howard, appena uscita in libreria, di nuovo la stagione calda è protagonis­ta con la fine della Seconda guerra mondiale. Tutto era cominciato con Gli anni della leggerezza, in cui la famiglia inglese (William Cazalet industrial­e del legname, la moglie Kitty e i figli Hugh, Edward, Rupert e Rachel) lascia Londra per paura dei bombardame­nti e si trasferisc­e nella casa delle vacanze. Sarà un rifugio dal conflitto ma non dai conflitti privati, tra mogli, mariti, figli che si muovono con le stesse molle egoistiche, i desideri protervi, le fragilità dei loro antenati letterari di Lubecca.

Alle saghe familiari sul fronte estivo in Italia occorrereb­be dedicare un capitolo a parte: sono molti gli scrittori che si sono cimentati con l’impresa, forti dei ricordi quasi mitizzati di un Paese

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