Corriere della Sera - La Lettura
Illusi, non traditori: i rivali di Almirante
Oltre la retorica, ecco perché fallì la scissione di Democrazia nazionale
Sarebbe una forzatura ricondurre a quell’antica dialettica il contrasto attuale tra chi cerca d’imitare Marine Le Pen e chi preferisce (almeno a parole) Angela Merkel. Ma è indubbio che, all’epoca della Prima Repubblica, la destra italiana si presentava divisa tra chi perseguiva il rovesciamento del sistema forgiato dai partiti antifascisti e chi voleva inserirsi nel gioco democratico per svolgere una funzione costruttiva in chiave anticomunista. In mezzo si collocava Giorgio Almirante, il leader più carismatico del Movimento sociale, che di volta in volta recitava le due parti in commedia, contando sulla presa ferrea che il richiamo nostalgico e reducistico, di cui era l’indiscusso campione, aveva sui quadri e sulla base militante del neofascismo.
Fu così che dal 1969 in poi il segretario missino, tornato alla guida del partito dopo quasi vent’anni solo grazie alla scomparsa del suo rivale di sempre Arturo Michelini, si affermò come un padre padrone, spazzando via gran parte della vecchia classe dirigente. Una vicenda, culminata nella fallimentare scissione di Democrazia nazionale, che Giuseppe Parlato ri- percorre in tutti i suoi passaggi, con il consueto rigore documentario, nel saggio La Fiamma dimezzata (Luni).
I demonazionali, dimostra l’autore, non vennero affatto incitati a lasciare il Msi nel 1977 da Giulio Andreotti, né tanto meno furono aiutati da altri esponenti della Dc, eccezion fatta forse per Amintore Fanfani (all’epoca presidente del Senato, ma politicamente piuttosto isolato). Le accuse di tradimento e corruzione piovute sul capo dei vari Ernesto De Marzio, Gianni Roberti, Raffaele Delfino, Pietro Cerullo erano dunque del tutto ingiustificate.
La loro colpa fu un’altra. Anzi per la verità fu un semplice errore: si illusero che vi fosse ancora lo spazio per costruire, partendo dal Msi, una destra conservatrice democratica capace di candidarsi a un ruolo di governo. Almirante invece aveva capito che, con la svolta a sinistra avviata dal referendum sul divorzio e il conseguente rilancio del richiamo antifascista (dovuto anche alle stragi nere), quella prospettiva si era chiusa. Probabilmente in realtà non si era mai aperta, perché la Dc, ben salda al centro del sistema, non aveva intenzione di farsi trascinare a destra e poteva co-