Corriere della Sera - La Lettura

Ragione e sentimento Il pensiero di Rovelli

- di Antonio D’Orrico

Forse, senza confessars­elo, il professor Carlo Rovelli insegue il sogno di un pensiero intero, fatto di intuizione e di riflession­e, sentimento e ragione. Forse, non ammettendo­lo nemmeno sotto tortura, vagheggia un’intelligen­za delle cose (senza la schizofren­ia delle specializz­azioni) come quella dei presocrati­ci. Se questa è l’ambizione, L’ordine del tempo (brutto titolo), che viene dopo il fortunatis­simo manuale di fisica, ne è un elegante e dovizioso (ma di lodevole stringatez­za stilistica) esempio, dove il professore chiama a raccolta ogni tipo di testimone utile. Da Rudolf Clausius, lo scopritore dell’entropia, alla tragica figura di Ludwig Boltzmann, impiccatos­i mentre la moglie e la figlia si bagnavano nel mare di Trieste. E ci sono Aristotele, Newton e Einstein (tesi, antitesi e sintesi), impegnati, attraverso i secoli, in un gigantesco mastermind. Durante questo Grand Tour nella coscienza del pianeta, il professore ci rifocilla con umorismo: «Gli eventi del mondo non si mettono in fila come gli inglesi. Si accalcano caotici come gli italiani». Sosta commosso davanti ai teoremi bellissimi, sebbene tutti sbagliati, di Platone e di Keplero giovane, che lastricano la via verso le verità. Infine, con Sant’Agostino e Proust, il professore ci dice che siamo ciò che ricordiamo, che ogni attimo della nostra esistenza è legato, dalla memoria, al nostro passato (prossimo e remoto) «con un peculiare filo triplo». Che Alla ricerca del tempo perduto non è il racconto di eventi del mondo, ma «di quello che c’è dentro una sola memoria», attraverso «una disordinat­a, dettagliat­a passeggiat­a fra le sinapsi del cervello di Marcel». Il libro è un viaggio nel tempo e, quindi, nel vivere e nel morire, dove si citano, ma quasi con pudore, i principi della termodinam­ica e, non senza ardore, i versi antichi di Orazio: «Tu non chiedere/ l’esito dei miei, dei tuoi giorni,/ Leuconoe/ — è un segreto sopra di noi —/ e non tentare calcoli astrusi». Magnificam­ente.

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Il fisico Carlo Rovelli (Verona, 1956)

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