Corriere della Sera - La Lettura
La pozzanghera parigina che ha dato il via a un mito
Dietro la stazione di Saint-Lazare a Parigi c’è un fotografo di 24 anni che non ha ancora deciso cosa vuole fare da grande. A volte pensa che gli piacerebbe di più il cinema, oppure la pittura. È un giornata di pioggia dell’autunno 1932. Con un gesto d’istinto, il giovane infila la sua nuova Leica portatile con l’obiettivo da 50 mm e scatta a ripetizione. Proprio in quell’istante, un uomo sta attraversando una pozza d’acqua: una scala gli serve da zattera, ma finirà senz’altro per bagnarsi lo stesso le scarpe. «È l’istante decisivo», come racconterà Henri Cartier-Bresson (1908-2004), che cambierà la sua storia e quella della fotografia. Alla galleria d’arte «Raffaele De Grada» di San Gimignano (www.sangimignanomusei.it), fino al 15 ottobre, sono in mostra 150 sue opere. «Libellula inquieta», come lo definì Truman Capote, Cartier-Bresson è il padre della più grande agenzia fotografica del Novecento, la Magnum. Quel passante riflesso nell’acqua e sospeso nell’aria, come un ballerino o un fuggitivo, gli ha portato fortuna. (paolo beltramin)