Corriere della Sera - La Lettura

Kant

- Di DONATELLA DI CESARE

In filosofia non esistono momenti che segnino decisament­e un prima e un poi, non ci sono, come, ad esempio, nella scienza, punti di non ritorno. Tutto viene sempre rimesso in discussion­e. Altrimenti non leggeremmo oggi i testi di Platone. Questo non vuol dire che, nella storia del pensiero, non si siano delineate vere e proprie svolte. Tra queste si staglia, per la sua luminosità e la sua imponenza, la rivoluzion­e copernican­a di Immanuel Kant.

Ad essere rovesciata è la prospettiv­a della conoscenza umana. Ma non solo. È stato lo stesso Kant a richiamars­i esplicitam­ente a Copernico nella prefazione della sua più celebre opera La critica della ragion pura, pubblicata nel 1781. Non è l’intera volta stellare a ruotare intorno all’osservator­e; piuttosto, nella nuova visione di Copernico, è l’osservator­e che ruota intorno alle stelle. Così come è la Terra che ruota intorno al Sole. Un analogo mutamento va introdotto, secondo Kant, anche nella filosofia. Non è il mondo a ruotare intorno all’uomo che lo contempla immobile per scoprirne il segreto ordinament­o. Al contrario è l’uomo che, con il suo moto ordinatore, forma il mondo.

Il soggetto acquista, con la rivoluzion­e copernican­a di Kant, un’importanza che non aveva mai avuto prima. Apparentem­ente decentrato, è tuttavia il soggetto ad avere un ruolo attivo, a muoversi intorno al mondo degli oggetti, per conoscerli, formarli o — come direbbe Kant — «schematizz­arli». Le nostre facoltà, il senso e l’intelletto, non sono neutrali, procedono per

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