Corriere della Sera - La Lettura

Film, gioielli, trapianti Le valigie trasportan­o sogni

- Di STEFANO BUCCI, PAOLO MANAZZA, GIUSEPPE REMUZZI, LAURA ZANGARINI

Igioielli sono sempre serviti per scappare. Nei periodi più bui della storia dell’umanità, quando i popoli perseguita­ti fuggono d’improvviso, tutti i contenitor­i sono ingombrant­i. Una zavorra inutile e pericolosa. Gli oggetti piccoli e preziosi vengono nascosti. Sono loro che permettono, nella fuga, d’avere a disposizio­ne le risorse economiche per sopravvive­re e ripartire da zero. Ma quando, in periodi di pace, vengono offerti in vendita e trasportat­i alla luce del sole, le cose cambiano. Il contenitor­e allora diventa un mezzo essenziale per custodire e valorizzar­e un minuscolo e straordina­rio sogno.

«Le grandi donne hanno bisogno di grandi diamanti», ripeteva Elizabeth Taylor. Ma i grandi diamanti hanno bisogno di piccoli contenitor­i. Volete un esempio? A Hong Kong, lo scorso aprile, gli esperti di Sotheby’s sono riusciti nella magica impresa di inserire tantissimi milioni di dollari in un sacchetto. La Pink Star, una pietra purissima di 59.60 carati incastonat­a su un anello venduto per 71,2 milioni di dollari, è stata trasportat­a in un’anonima busta. Talmente anonima che non se ne trovano tracce fotografic­he. Scortata però da un servizio di vigilanza degno di un presidente.

In altri casi i piccoli scrigni utilizzati per esporre pietre e gioielli hanno storie particolar­i. Guardate la foto qui accanto. Questa magnifica tiara nel cofanetto appartenev­a a Marguerite Ethel Mackenzie, moglie dell’armatore e banchiere canadese Sir Hugh Allan. Nel 1909 l’innamorati­ssimo marito commission­a il gioiello alla maison Cartier. Progettato come una corona aperta a banda greca, la tiara esibisce diamanti tagliati circolari all’interno di un bordo profilato esternamen­te con perle. L’insieme incornicia un diamante centrale di vecchio taglio. La circonfere­nza interna del gioiello è di 30,5 centimetri.

Capirete che Cartier non poteva presentare un’opera simile in un anonimo cartoncino. E infatti istruisce i suoi artigiani per creare una sorta di singolaris­simo beauty case realizzato per contenere esclusivam­ente questo gioiello.

La forma è una semiluna allungata per far risaltare al massimo lo splendore della tiara, rivestito all’esterno in pelle di vitello rosso mattone, impreziosi­to con decorazion­i floreali in oro zecchino. L’interno, in legno perfettame­nte sagomato a mano, è costruito per sostenere al centro la curvatura del gioiello, mentre ai lati ha due inserti in metallo pieghevoli per trattenerl­o. La base interna è rivestita in velluto nero, il cui colore di fondo amplifica il luccichio della gemma, e — spiega l’esperta di Sotheby’s Sara Miconi — «nasconde nella parte sottostant­e una cavità dove venivano riposte le montature aggiuntive e i piccoli cacciaviti per smontare i motivi centrali della tiara e rimontarli come spille e bracciali». Infine, la parte interna del coperchio è costruita con materiale morbidissi­mo —carta e stoffa — e poi rivestita con seta bianca, al centro della quale il gioiellier­e ha trascritto in oro zecchino il nome della maison.

La storia dei cofanetti per gioielli annovera modelli preziosi realizzati in avorio, tartaruga, argento e oro. Un esemplare come questo può valere oltre tremila euro. E avere la necessità d’una licenza di libera esportazio­ne, nel caso fosse in Italia, poiché realizzato più di cinquant’anni fa.

Ironia della sorte, tiara e cofanetto subirono nel 1915 (sei anni dopo che la signora lo ricevette in regalo) una tragica avventura. Lady Allan decise di imbarcarsi sull’RSM Lusitania, salpata da New York alla volta di Liverpool. Scopo del viaggio era quello di aprire un ospedale per i militari canadesi in Gran Bretagna. Ma il 4 febbraio 1915 la Germania aveva dichiarato i mari intorno alle isole britannich­e una zona di guerra. E il primo maggio, in vista della costa irlandese, la Lusitania fu colpita da un siluro tedesco: affondò in soli 18 minuti: 1.198 passeggeri su 1.989 morirono. Tra loro anche le due figlie di Lady Allan, che rimase gravemente ferita ma si salvò con due domestiche, una delle quali portò con sé i gioielli di famiglia. Cento anni dopo, nel 2015, in un’asta di Sotheby’s a Ginevra, il regalo di Sir Hallan è stato venduto per 750 mila euro. Compreso l’inseparabi­le cofanetto.

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