Corriere della Sera - La Lettura
Film, gioielli, trapianti Le valigie trasportano sogni
Igioielli sono sempre serviti per scappare. Nei periodi più bui della storia dell’umanità, quando i popoli perseguitati fuggono d’improvviso, tutti i contenitori sono ingombranti. Una zavorra inutile e pericolosa. Gli oggetti piccoli e preziosi vengono nascosti. Sono loro che permettono, nella fuga, d’avere a disposizione le risorse economiche per sopravvivere e ripartire da zero. Ma quando, in periodi di pace, vengono offerti in vendita e trasportati alla luce del sole, le cose cambiano. Il contenitore allora diventa un mezzo essenziale per custodire e valorizzare un minuscolo e straordinario sogno.
«Le grandi donne hanno bisogno di grandi diamanti», ripeteva Elizabeth Taylor. Ma i grandi diamanti hanno bisogno di piccoli contenitori. Volete un esempio? A Hong Kong, lo scorso aprile, gli esperti di Sotheby’s sono riusciti nella magica impresa di inserire tantissimi milioni di dollari in un sacchetto. La Pink Star, una pietra purissima di 59.60 carati incastonata su un anello venduto per 71,2 milioni di dollari, è stata trasportata in un’anonima busta. Talmente anonima che non se ne trovano tracce fotografiche. Scortata però da un servizio di vigilanza degno di un presidente.
In altri casi i piccoli scrigni utilizzati per esporre pietre e gioielli hanno storie particolari. Guardate la foto qui accanto. Questa magnifica tiara nel cofanetto apparteneva a Marguerite Ethel Mackenzie, moglie dell’armatore e banchiere canadese Sir Hugh Allan. Nel 1909 l’innamoratissimo marito commissiona il gioiello alla maison Cartier. Progettato come una corona aperta a banda greca, la tiara esibisce diamanti tagliati circolari all’interno di un bordo profilato esternamente con perle. L’insieme incornicia un diamante centrale di vecchio taglio. La circonferenza interna del gioiello è di 30,5 centimetri.
Capirete che Cartier non poteva presentare un’opera simile in un anonimo cartoncino. E infatti istruisce i suoi artigiani per creare una sorta di singolarissimo beauty case realizzato per contenere esclusivamente questo gioiello.
La forma è una semiluna allungata per far risaltare al massimo lo splendore della tiara, rivestito all’esterno in pelle di vitello rosso mattone, impreziosito con decorazioni floreali in oro zecchino. L’interno, in legno perfettamente sagomato a mano, è costruito per sostenere al centro la curvatura del gioiello, mentre ai lati ha due inserti in metallo pieghevoli per trattenerlo. La base interna è rivestita in velluto nero, il cui colore di fondo amplifica il luccichio della gemma, e — spiega l’esperta di Sotheby’s Sara Miconi — «nasconde nella parte sottostante una cavità dove venivano riposte le montature aggiuntive e i piccoli cacciaviti per smontare i motivi centrali della tiara e rimontarli come spille e bracciali». Infine, la parte interna del coperchio è costruita con materiale morbidissimo —carta e stoffa — e poi rivestita con seta bianca, al centro della quale il gioielliere ha trascritto in oro zecchino il nome della maison.
La storia dei cofanetti per gioielli annovera modelli preziosi realizzati in avorio, tartaruga, argento e oro. Un esemplare come questo può valere oltre tremila euro. E avere la necessità d’una licenza di libera esportazione, nel caso fosse in Italia, poiché realizzato più di cinquant’anni fa.
Ironia della sorte, tiara e cofanetto subirono nel 1915 (sei anni dopo che la signora lo ricevette in regalo) una tragica avventura. Lady Allan decise di imbarcarsi sull’RSM Lusitania, salpata da New York alla volta di Liverpool. Scopo del viaggio era quello di aprire un ospedale per i militari canadesi in Gran Bretagna. Ma il 4 febbraio 1915 la Germania aveva dichiarato i mari intorno alle isole britanniche una zona di guerra. E il primo maggio, in vista della costa irlandese, la Lusitania fu colpita da un siluro tedesco: affondò in soli 18 minuti: 1.198 passeggeri su 1.989 morirono. Tra loro anche le due figlie di Lady Allan, che rimase gravemente ferita ma si salvò con due domestiche, una delle quali portò con sé i gioielli di famiglia. Cento anni dopo, nel 2015, in un’asta di Sotheby’s a Ginevra, il regalo di Sir Hallan è stato venduto per 750 mila euro. Compreso l’inseparabile cofanetto.