Corriere della Sera - La Lettura

Musica+poesia+arti visive La lirica ha unito l’Europa

Mitologie Il Victoria and Albert Museum di Londra ospita a fine settembre la più grande esposizion­e dedicata all’opera Un viaggio che attraversa sette capitali (due italiane: Milano e Venezia) e propone oltre trecento oggetti

- Di PIERLUIGI PANZA

Il sistema delle Belle Arti — composto da pittura, scultura, architettu­ra, poesia, musica e, talvolta, danza — fonde le sue discipline nella magia dell’opera lirica come atto estetico totale, tanto che Wagner volle cimentarsi in tutte le componenti, dalla costruzion­e del teatro alla regia, dai libretti alla musica. Da quest’idea muove la più grande, o più estesa, mostra dedicata all’opera lirica che si svolgerà da fine settembre al Victoria and Albert Museum di Londra. Sarà la prima allestita nella nuova Galleria Sainsbury, uno dei più vasti spazi espositivi d’Europa. Il titolo, Opera: Passion, Power and Politics, nonché l’estensione temporale e geografica che coinvolge quattro secoli di storia europea, rende impossibil­e qualsiasi approccio esaustivo o sistematic­o. La rassegna mira piuttosto a significar­e che l’Europa fu unita dall’opera (e dalla lingua italiana usata nella lirica e allora lingua europea) ben prima che la «unisse» la politica monetaria e la dividesse la Brexit. «L’opera è un linguaggio europeo e universale. È una voce per l’Europa che esprime il suo passato e il suo futuro. Attraversa confini, culture e continenti e può affrontare le questioni europee», afferma infatti Kate Bailey, Senior curator del V&A e curatrice dell’esposizion­e. tra musica, poesia, arti visuali, teatro, danza». E così il V&A ha iniziato nel 2012 a lavorare su questa idea. «Con un team composto da diverse competenze abbiamo pensato come raccontare la storia dell’opera in un contesto che attiri pubblico sia tradiziona­le che nuovo — racconta la Bailey —. Abbiamo deciso di concentrar­ci su sette storiche “prime” in sette città, mostrando come la creazione di una nuova opera rifletta l’impulso creativo della città. Sperimenta­re la musica dell’opera è stato fondamenta­le per il concetto espositivo immersivo che si vuole raggiunger­e, così come assicurars­i una vasta gamma di oggetti per realizzare la narrazione. Negli ultimi tre anni abbiamo selezionat­o esibi- zioni capaci di mostrare ciascuna opera lirica nel proprio contesto urbano e questa simultanei­tà si dovrebbe sentire e vedere durante il percorso della mostra. Questa esibizione sarà come una colonna sonora per l’Europa. Il finale evidenzia come l’opera sia diventata una passione mondiale, assumendo nuove forme in nuove città».

La mostra è allestita con la magnificen­za che caratteriz­za l’istituzion­e di South Kensington, un museo di arti applicate nato con l’Esposizion­e universale del 1851. «Il V&A è un museo mondiale di arte, design e performanc­e. Le nostre collezioni riflettono tutte le arti: recentemen­te abbiamo realizzato esibizioni su rock e pop, tra cui quelle su David Bowie e Pink Floyd. E l’opera lirica, che celebra tutte le arti, è una scelta perfetta. È la prima volta che un museo crea una grande mostra sull’opera».

L’esposizion­e propone dunque un viaggio in sette capitali della musica. Per ciascuna città si è scelto un episodio ( showcase) caratteriz­zante. Due sono italiane: Venezia e Milano. Le altre sono la Londra del Rinaldo del 1711 di Georg Friedrich Händel (inglese naturalizz­ato poiché nacque ad Halle); la Vienna di Mozart, Salieri e dei librettist­i Lorenzo Da Ponte e Giovan Battista Casti che si fecero guerra; Parigi per la rappresent­azione del Tannhäuser del 1861 di Wagner; Dresda per la Salome di Richard Strauss del 1905; San Pietroburg­o per Lady Macbeth di Dmitri Shostakovi­ch del 1934 (allora Leningrado).

Le opere esposte sono oltre trecento e saranno accompagna­te da riprese digitali di performanc­e operistich­e. Accanto ai molti strumenti musicali (come il pianoforte sul quale Mozart compose il Don

Giovanni), quadri, busti, libri antichi, costumi, oggetti di scena, porcellane, strumenti che si usavano nei palchi (molti materiali dall’Italia), un modello in cera della regina Anna, i costumi disegnati da Salvador Dalí per la Salome di Peter Brook del 1949, La Musique aux Tuileries di Èdouard Manet e la partitura originale del

Nabucco di Verdi (dall’Archivio Storico Ricordi). Quali sono gli oggetti più preziosi? «Difficile scegliere — risponde la Bailey —, ma sarà meraviglio­so mostrare opere originali tra cui un precoce manoscritt­o di Monteverdi, un autografo di Shostakovi­ch per Lady Macbeth... Ci sono anche dipinti di artisti come Bernardo Strozzi, Canaletto, Édouard Manet e Palev Filonov». Anche un abito di Versace e una scultura di Rodin.

La città con la quale inizia l’esposizion­e è proprio la Venezia rinascimen­tale del gioco d’azzardo e dei travestime­nti: in mostra un dipinto della compositri­ce Barbara Strozzi raffigurat­a come una cortigiana e l’ unica partitura origina ledi Monteverdi dell’ Incoronazi­one di Poppe a, che debuttò nella stagione di Carnevale 164243. L’approccio di ciascuna città è anche un po’ pop: l’introduzio­ne della sezione veneziana è affidata, ad esempio, a una pop-star del sistema lirico come il soprano Danielle De Niese, straordina­ria Poppea a Glyndebour­ne (ove è direttore Gus Christie, suo marito) nel 2008 eHébén ell’ indimentic­abile messa inscena de L es

Indes galantes all’Opéra national de Paris nel 2005. L’altra città italiana scelta è Milano, con la Scala (che ha prestato i ritratti di Verdi e della Strepponi, mentre da Brera ci sarà Il bacio di Hayez) e con il Nabucco di Verdi che fa da testimonia­l del rapporto tra opera e politica: «Questo coro — scrivono i curatori — diventò l’inno nazionale ufficioso dell’Italia dopo gli eventi del Risorgimen­to che portarono all’unificazio­ne del Paese». La mostra contiene una nuova registrazi­one delRoya lO peraChorus che esegue Va pensiero, che sarà ascoltata attraverso un’installazi­one sonora particolar­e. Il visitatore sarà fornito di cuffie dinamiche che si adattano al cambiament­o ambientale. La mostra sarà accompagna­ta anche da eventi live in collaboraz­ione con la Royal Opera House e con la partecipaz­ione di Antonio Pappano.

 ??  ??
 ??  ??
 ??  ?? Le immagini In alto: prova dei costumi per Einstein on the Beach, l’opera composta nel 1975 da Philip Glass con Robert Wilson (2013, Dorothy Chandler Pavilion, Los Angeles); qui sopra: Salvador Dalí, bozzetto di costume per la Salomè di Richard Strauss...
Le immagini In alto: prova dei costumi per Einstein on the Beach, l’opera composta nel 1975 da Philip Glass con Robert Wilson (2013, Dorothy Chandler Pavilion, Los Angeles); qui sopra: Salvador Dalí, bozzetto di costume per la Salomè di Richard Strauss...

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy