Corriere della Sera - La Lettura
I SUDISTI VINCONO, LASERIETV FALITIGARE
La parola fine, per il momento, l’ha messa Ta-Nehisi Coates, scrittore afroamericano vincitore nel 2015 del National Book Award per il saggio sul razzismo Tra me e il mondo (Codice). «Non date a Hbo il beneficio del dubbio», ha scritto in un durissimo editoriale sull’«Atlantic». «Gli afroamericani — sostiene — non hanno bisogno della fantascienza per sapere che la schiavitù è ancora tra noi. I creatori di Confederate non capiscono che la guerra civile è finita per loro, non per noi». La guerra di Secessione americana (186165), alla fine della quale venne sancita l’abolizione della schiavitù, è l’oggetto della nuova serie dei creatori de Il Trono di Spade, David Benioff e D. B. Weiss. Che rileggono il conflitto in chiave distopica, immaginando una vittoria degli Stati del Sud e la creazione di un Paese in cui la schiavitù non solo perdura, ma si evolve in istituzione moderna. Le riprese inizieranno nel 2018, ma le polemiche sono state immediate. Sui social spopola l’hashtag del movimento #NoConfederate, che punta a far cancellare la serie. «La guerra è finita da oltre 150 anni — nota con amarezza sul “New York Times” la saggista Roxane Gay — ma per tanti è come se non ci fosse stata. La bandiera dei Confederati sventola in molte città d’America, il Ku Klux Klan marcia per le strade». E il «Washington Post»: «Altro che serie fantasy, per molti versi i Confederati hanno davvero vinto». Hbo si difende. I co-produttori Nichelle e Malcolm Spellman, entrambi neri, chiedono di aspettare a giudicare, Weiss definisce la schiavitù «il peccato originale d’America». Ma lo scetticismo rimane. Verso il network, dove solo due delle 16 serie in onda hanno protagonisti di colore. Verso Benioff e Weiss in particolare, per il razzismo di cui è spesso accusato Il Trono di Spade.