Corriere della Sera - La Lettura
Esci di casa se tieni alla libertà
Per opporsi agli aspiranti dittatori, consiglia Timothy Snyder, bisogna andare in luoghi sconosciuti, farsi nuovi amici e guardare le persone negli occhi, parlare con loro. E poi occorre smascherare la falsa retorica e conoscere la storia
Forse l’edizione italiana di On Tyranny di Timothy Snyder, invece che Venti lezioni (Rizzoli), avrebbe potuto intitolarsi, parafrasando un celebre volume di molti anni fa, L’arte della manutenzione della democrazia. Lo storico americano, infatti, con questo agilissimo testo intende dare alcuni consigli, appunto venti, su come evitare ciò che è già successo in passato, vale a dire lo scivolamento più o meno inconsapevole dalla democrazia alla tirannia. Il lettore troverà una serie di «raccomandazioni» sui comportamenti civici virtuosi che dovrebbero ridurre la diffusione del virus autoritario sempre presente nei regimi democratici, qui identificati con il pluralismo politico.
Snyder però ha voluto costruire questa sorta di canone della salvaguardia della democrazia sulla base dell’esperienza storica. L’autore, collocandosi nel ricco filone della letteratura sulla difesa delle libere istituzioni, assegna alla storia un ruolo disvelatore: «La storia non si ripete, ma insegna». Ci fa acquisire dimestichezza con i problemi e poi funge da monito. Peraltro, ricorda Snyder, è una tradizione occidentale fare attenzione alla storia ogniqualvolta l’ordine politico sembra in pericolo. Lo dimostrano, ad esempio, le considerazioni dei padri fondatori della democrazia americana, i quali costruirono il loro sistema di garanzie repubblicane con un occhio rivolto alle cause dei fallimenti delle democrazie antiche.
Oggi, invece, scrive Snyder, si pensa erroneamente che la nostra prolungata tradizione democratica ci possa proteggere automaticamente dalla tirannia, vale a dire «l’usurpazione del potere da parte di un singolo o gruppo, o l’aggirare la legge a proprio vantaggio da parte dei governanti». Il XX secolo, però, si erge a memento per gli illusi: proprio nei tre principali periodi in cui la democrazia sembrava aver trionfato, nelle fasi successive al 1918, al 1945 e al 1989, lì, ci ricorda l’autore, è iniziato il fallimento «in circostanze che sotto alcuni aspetti molto significativi assomigliano alle nostre». Negli anni Venti-Quaranta la democrazia è venuta meno in Europa, ora «sta accadendo in tante parti del mondo». Da qui i consigli, o meglio le «lezioni», da interpretare