Corriere della Sera - La Lettura
E Angelica sfidò il divieto
Congetture su una lettrice trasgressiva
Brendan Dooley e Angelica Baldachini si sono incontrati tra le pagine di un esemplare mutilo e malridotto delle Piacevoli notti di Straparola (1570). Sfogliando il libro, che recupera la tradizione del Decameron, Dooley scopre al folio 144v una nota manoscritta di possesso, unico segno di lettura. E sulle tracce di Angelica, nel libro Angelica’s Book and the World of Readings in Late Renaissance Italy («Il libro di Angelica e il mondo della lettura nell’Italia del tardo Rinascimento»), edito da Bloomsbury, ci si incammina con un viaggio a ritroso in cui abbondano le congetture.
Anche nella difficoltà di determinarne l’identità, sappiamo che Angelica, vissuta tra la fine del XVI e la prima metà del XVII secolo, era in grado di leggere, scri- vere e persino vantare la proprietà di un libro. Apriamo così uno spiraglio su inaspettate lettrici, che si avventurano in ambiti a loro preclusi. Sorprende che Angelica leggesse novelle piuttosto audaci, genere che di solito non compariva negli inventari delle biblioteche di donne; inoltre, l’opera era finita all’Indice dei libri proibiti. Forse per prudenza la nota di possesso non era sul frontespizio.
Dooley con finezza ci incuriosisce e ci guida con il filo rosso che corre tra un libro e una sua lettrice. A distanza di almeno tre secoli, a dispetto di guerre e di alluvioni, grazie a una firma vezzosa forse a margine di una novella per lei particolarmente significativa, riaffiora un mondo impolverato e nascosto.