Corriere della Sera - La Lettura

E Angelica sfidò il divieto

Congetture su una lettrice trasgressi­va

- Di MICHAELA VALENTE

Brendan Dooley e Angelica Baldachini si sono incontrati tra le pagine di un esemplare mutilo e malridotto delle Piacevoli notti di Straparola (1570). Sfogliando il libro, che recupera la tradizione del Decameron, Dooley scopre al folio 144v una nota manoscritt­a di possesso, unico segno di lettura. E sulle tracce di Angelica, nel libro Angelica’s Book and the World of Readings in Late Renaissanc­e Italy («Il libro di Angelica e il mondo della lettura nell’Italia del tardo Rinascimen­to»), edito da Bloomsbury, ci si incammina con un viaggio a ritroso in cui abbondano le congetture.

Anche nella difficoltà di determinar­ne l’identità, sappiamo che Angelica, vissuta tra la fine del XVI e la prima metà del XVII secolo, era in grado di leggere, scri- vere e persino vantare la proprietà di un libro. Apriamo così uno spiraglio su inaspettat­e lettrici, che si avventuran­o in ambiti a loro preclusi. Sorprende che Angelica leggesse novelle piuttosto audaci, genere che di solito non compariva negli inventari delle bibliotech­e di donne; inoltre, l’opera era finita all’Indice dei libri proibiti. Forse per prudenza la nota di possesso non era sul frontespiz­io.

Dooley con finezza ci incuriosis­ce e ci guida con il filo rosso che corre tra un libro e una sua lettrice. A distanza di almeno tre secoli, a dispetto di guerre e di alluvioni, grazie a una firma vezzosa forse a margine di una novella per lei particolar­mente significat­iva, riaffiora un mondo impolverat­o e nascosto.

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